Prima di questo post, se non l’hai ancora letto, leggi: Teseo a Creta (Mito di Teseo – Parte 4 di 6)
Quando Teseo succedette al padre suo Egeo sul trono di Atene, rafforzò il proprio potere mettendo a morte quasi tutti i rivali, salvo Pallade e quanti dei suoi cinquanta figli erano sopravvissuti. Alcuni anni dopo, tuttavia, egli uccise anche costoro per misura precauzionale; accusato di assassinio presso il tribunale di Apollo il Delfino, si difese dicendo che si trattava di «omicidio giustificabile», una scusa mai addotta prima d’allora, e fu assolto. Si recò poi a Trezene, dove regnava suo figlio Ippolito, per esservi purificato, e rimase là un anno intero. Al ritorno, sospettò della lealtà di un fratellastro, chiamato anch’egli Pallade, e subito lo esiliò. Teseo si rivelò un sovrano illuminato e iniziò la politica della federazione che fu l’origine dello splendore di Atene. Fino a quei tempi l’Attica era stata divisa in dodici comunità e ciascuna si amministrava senza ricorrere al re d’Atene, se non nei casi di emergenza. Gli Eleusini avevano persino dichiarato guerra a Eretteo e le lotte intestine non si contavano. Per indurre queste comunità a rinunciare alla loro indipendenza, Teseo doveva affrontare a uno a uno i capi delle tribù e dei gruppi familiari, e così fece. Trovò i servi e i piccoli proprietari disposti a obbedirlo e si conquistò le simpatie di molti grandi proprietari quando promise di abolire la monarchia sostituendola con la democrazia, pur riservando per sé i titoli di comandante in capo e di giudice supremo. E infine usò la forza contro coloro che ancora si opponevano al suo progetto. Teseo fu investito così del potere di sciogliere tutti i governi locali, dopo aver convocato i loro delegati ad Atene, dove istituì il Gran Concilio e la Corte Suprema, che esistono tuttora. Ma non volle interferire nelle leggi che governano la proprietà privata. Unì poi i sobborghi di Atene alla città vera e propria che, fino a quel giorno, si componeva dell’Acropoli e dell’immediata zona circostante e comprendeva i templi di Zeus Olimpio, di Apollo Pizio, della Madre Terra, di Dioniso delle Paludi e l’acquedotto delle ove Sorgenti. Gli Ateniesi chiamano ancora l’Acropoli «la città». Teseo volle che il sedicesimo giorno del mese Ecatomeone (luglio) fosse detto «Giorno della Federazione» e vi si celebrasse una festa in onore di Atena, con sacrifici incruenti offerti alla Pace. Ai Giochi Ateniesi diede il nuovo nome di «Panatenee» e tutta l’Attica poteva parteciparvi; Teseo introdusse anche il culto di Afrodite Federale e della Persuasione. Poi, rinunciando al trono, come aveva promesso, diede all’Attica una nuova costituzione, e sotto i migliori auspici: l’oracolo delfico aveva infatti profetizzato che Atene avrebbe solcato il procelloso mare senza pericolo.
Vai a: Teseo e le Amazzoni (Mito di Teseo – Parte 6 di 6)
ll mito di Teseo, riassunto dalla versione di Robert Graves ne “I Miti Greci”. Un libro pubblicato da numerose case editrici e che vi consigliamo caldamente. Qua trovate la nostra recensione al volume di Graves.
Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.
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