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Percorsi mitologici – “C’era una volta” – MATERIALE UTILE

Percorsi mitologici – “C’era una volta” – MATERIALE UTILE

Care e cari partecipanti al ciclo di conferenze PERCORSI MITOLOGICI, tenute da Andreas Barella a LaFilanda di Mendrisio (maggiori dettagli in fondo a questo post), ecco qua un po’ di materiale a corollario del primo incontro.

Nella prima serata, Andreas Barella si è concentrato sulle quattro funzioni principali dei miti nella vita degli esseri umani e poi ha passato in rassegna alcuni miti di creazione, partendo da Lao Tzu, passando per la Brhadaranyaka Upanishad, la Teogonia di Esiodo, la Genesi biblica e un estratto del Simposio di Platone.

Qui trovate tutta la conferenza sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! (Basta cliccare sul rotondino con la faccia di Andreas in alto a sinistra, in seguito su “iscriviti”) GRAZIE MILLE!

Ecco il librettino (pdf) con i testi letti domenica 12 novembre: TESTI Percorsi mitologici, “C’era una volta”

I libri menzionati durante la serata:

Vuoi vedere il video e informarti sul SECONDO incontro, dal titolo “Cacciatori e Raccoglitrici”?
Vuoi vedere il video e informarti sul TERZO incontro, dal titolo “Le Regine del Cielo”?
Vuoi vedere il video e informarti sul QUARTO incontro, dal titolo “Tristano e Isotta”?

INFORMAZIONI GENERALI SUL CICLO DI CONFERENZE.

Domenica 12 novembre Andreas Barella, una delle Muse de La Voce delle Muse, ha cominciato il ciclo di quattro incontri sulla mitologia comparata e sugli aspetti psicologici del mito. Eccovi i dettagli e la locandina!

QUANDO: Quattro domeniche dal 12 novembre, dalle 17:00 alle 18:30
DOVE: Centro Culturale e Biblioteca La Filanda, Via Industria 5, 6850 Mendrisio (Svizzera). Vai al sito.
Iscrizioni: Non serve iscriversi. Le conferenze sono gratuite e adatte a tutti.

Siete tutte e tutti caldamente invitate/i!

CONTENUTI GENERALI DEL CICLO DI CONFERENZE: La funzione principale del mito è aiutare ogni individuo nel viaggio della sua vita, fornendogli una sorta di mappa, di guida turistica per raggiungere la pienezza e la realizzazione di sé. In queste quattro serate esamineremo alcuni degli aspetti personali e psicologici del mito, applicando i più vasti temi della mitologia mondiale alla crescita personale e alla ricerca della trasformazione. Nella prima serata ci occuperemo di alcuni miti di creazione; nella seconda andremo a leggere alcuni miti che parlano della differenza della visione del mondo di cacciatori e di raccoglitori, nella terza serata parleremo di alcune divinità femminili greche e nell’ultima serata andremo alla scoperta di un’opera medievale che ancora oggi affascina: la storia di Tristano e Isotta. Scarica la locandina.

Chi è Andreas Barella: la sua presentazione sul nostro sito
Il sito ufficiale di Andreas

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Recensione: “Simboli della trasformazione” di Carl Gustav Jung

Recensione: “Simboli della trasformazione” di Carl Gustav Jung

Simboli della trasformazione è il quinto volume delle Opere dello psichiatra e analista svizzero ed esplora il processo di individuazione e la natura simbolica dell’inconscio. Prima di parlarne, ecco un riassunto costruito con alcune citazioni significative tratte dall’opera:

  • “La trasformazione inizia con la consapevolezza della propria ombra, quella parte di noi stessi che preferiamo ignorare o rifiutare. Solo accettando l’ombra possiamo intraprendere un vero cammino di crescita interiore.”
  • “L’inconscio si esprime attraverso simboli, che rappresentano archetipi universali. Questi simboli possono assumere forme mitologiche, religiose o oniriche, ma sono sempre veicoli di significato profondo.”
  • “La visione onirica è una finestra sull’inconscio. I sogni ci mostrano immagini simboliche che riflettono i nostri desideri, le nostre paure e le nostre aspirazioni più profonde.”
  • “La trasformazione richiede un confronto con l’animus (nella donna) o l’anima (nell’uomo), le rappresentazioni interne dell’altro sesso. Integrare queste figure interiori porta a una maggiore completezza e equilibrio.”
  • “I simboli alchemici rappresentano il processo di trasformazione interiore. L’opera alchemica di trasmutazione degli elementi corrisponde alla nostra ricerca di integrazione e realizzazione di sé.”
  • “Il mandala è un potente simbolo di totalità e integrazione. La sua forma circolare rappresenta l’unità e l’armonia degli opposti, offrendo un punto di riferimento stabile durante il percorso di trasformazione.”
  • “L’archetipo del Sè rappresenta la totalità e l’essenza più profonda dell’individuo. Il Sè è il punto di equilibrio che cerca di realizzarsi nel corso della vita, spingendo verso l’integrazione e l’individuazione.”
  • “La trasformazione richiede un atto di coraggio e di abbandono di vecchi schemi. Bisogna essere disposti a lasciare andare le vecchie identità e ad abbracciare l’incertezza del processo di cambiamento.”

Simboli della trasformazione è il libro con cui Jung diede inizio a quello che chiamò il progetto di psicologia complessa e che trasformò la psicoanalisi da una “setta” ad una disciplina multidisciplinare e attenta alla complessità. “Questo libro fu da me scritto nel 1911 a 36 anni: un momento critico, giacché segna l’inizio della seconda metà della vita nella quale non di rado si verifica una metanoia, un mutamento d’opinione. 

Freud e JungSimboli della trasformazione fu il libro che segnò profondamente il rapporto – allora già incrinato – tra i due pionieri della psicoanalisi e della psicologia moderna, quello tra Freud e Jung, che furono appassionati colleghi e amici. In Ricordi, Sogni, Riflessioni (di cui abbiamo parlato qui), Jung parla di questo libro come del volume che la psiche gli “impose” di scrivere di getto per liberarsi del senso di abbandono e di vuoto conseguente alla rottura con Freud. Infatti, nel libro (ed è la parte forse più noiosa, per il lettore del 2023 che nella diatriba Freud-Jung ha poco interesse) spesso Jung confuta le idee del suo collega cercando di allargare il concetto di libido da una forza puramente “sessuale” a una forza più genericamente “creativa”. Per far questo utilizza il caso, riportato in una rivista di settore di qualche tempo prima, della signorina Miller, una poetessa e professoressa di New York, che Jung non incontrò mai, ma che aveva raccontato al suo analista diversi suoi sogni e visioni commentandoli.

Parlando del libro, Jung disse che “Il vero intento di questo libro è solo quello di elaborare il più a fondo possibile tutti i fattori storici e spirituali che confluiscono nei prodotti involontari di una fantasia individuale. Accanto alle ovvie fonti personali, la fantasia creatrice dispone anche dello spirito primitivo, dimenticato e da lungo tempo sepolto con le sue immagini peculiari palesantisi nelle mitologie di tutti i tempi e di tutti i popoli. L’insieme di queste immagini costituisce l’inconscio collettivo, retaggio presente potenzialmente in ogni individuo. Esso è il corrispettivo psichico della differenziazione del cervello umano. Questo è il motivo per il quale le immagini mitologiche possono rinascere senza posa spontaneamente sempre in armonia tra di loro, non solo in tutti gli angoli del vasto mondo ma anche in tutti i tempi. Esse sono presenti sempre e dappertutto. Ne deriva ovviamente la possibilità di mettere in relazione i mitologemi più distinti fra loro per divario temporale ed etnico con un sistema di fantasie individuali. La base creativa è dappertutto la stessa psiche umana e lo stesso cervello umano che, con varianti relativamente minime, funziona dappertutto nello stesso modo.”

Non entrerò nel dettaglio della struttura del libro, che parla della nascita e sviluppo della figura dell’Eroe  e del suo rapporto ed emancipazione dalla figura della madre, o per dirla in altre parole, il percorso dell’Io che si individua differenziandosi dall’Inconscio, rimanendone però indissolubilmente legato. Da questo confronto scaturiscono innumerevoli immagini e motivi archetipici che continuano a ritornare nelle visioni e sogni ed esperienze di tutte le persone di tutti i tempi di tutti i luoghi della terra. Il libro ne elenca e discute alcuni con il supporto di tavole che riportano opere d’arte antica e medievale e che suffragano le teorie esposte. Una lettura affascinante e abbastanza scorrevole (seppur ricca e complessa).

Ancora Jung: “La conoscenza dei contenuti soggettivi della coscienza non dice ancora assolutamente nulla della psiche e della sua vera vita sotterranea. Anche in psicologia, come in tutte le scienze, per il lavoro di ricerca occorre un corredo di conoscenze sufficientemente estese. Un po’ di patologia e di teoria delle nevrosi non bastano assolutamente in questo caso; questo tipo di conoscenze mediche consente unicamente d’essere informati su una malattia, ma ignora tutto dell’anima che è malata. Con questo libro – allora come oggi – ho voluto, per quanto era in mio potere, ovviare a questo inconveniente.”

Jung, Carl Gustav, Simboli della trasformazione, Bollati Boringhieri.

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