In questa lunga intervista condotta a Zurigo nel 1957, Jung ci racconta della sua collaborazione con Sigmund Freud, degli insight che ebbe ascoltando i sogni dei suoi pazienti e degli affascinanti sviluppi della sua vita personale.
Il Dr. Richard I. Evans intervista Jung dandoci una chiave d’accesso alle non semplici teorie junghiane, e lo fa tratteggiando la figura sensibile e umana di un grande pensatore. Si tratta del montaggio di quattro interviste di un’ora registrate tra il 5 e l’8 agosto 1957.
L’intervista integrale è stata pubblicata in italiano da Adelphi con il titolo Jung parla.
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Nel marzo del 1959, lo psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung fece questa intervista con John Freeman per il programma televisivo della BBC “Face to Face”. L’intervista venne registrata nella sua casa alla Seestraße a Küsnacht, sul lago di Zurigo. Il documentario introdusse Jung al grande pubblico, più delle sue opere e di altre interviste: il tono onesto e discorsivo di Jung affascina e arricchisce. Nel filmato lo sentirete parlare della sua famiglia, della sua infanzia, dei suoi studi, del suo primo incontro con Freud, dell’inconscio collettivo, del destino dell’umanità.
Andreas Barella, da sempre innamorato di questa intervista, la ha completamente sottotitolata da zero (le traduzioni esistenti e quelle automatiche non lo soddisfacevano). Qui trovate tutta la lunga e ricchissima intervista a Carl Gustav Jung, sul canale youtube di Andreas, ISCRIVETEVI AL CANALE! (Basta cliccare sul rotondino con la faccia di Andreas in alto a sinistra, in seguito su “iscriviti”) GRAZIE MILLE!
BIBLIOGRAFIA MENZIONATA NEL FILMATO
Nel corso dell’intervista, si parla dei seguenti volumi:
OPERE DI JUNG RECENSITE DA ANDREAS QUA SUL SITO DELLE MUSE
Ricordi, Sogni, Riflessioni di Carl Gustav Jung è un libro che offre una profonda e personale introspezione sulla vita dell’autore e sulla sua comprensione della psicologia umana. Jung, noto come uno dei più importanti psicoanalisti della storia, ci guida attraverso i momenti salienti della sua vita, dai sogni infantili ai viaggi nel deserto, alle conversazioni con Freud e alla scoperta dell’inconscio collettivo. La scrittura è fluida e coinvolgente, e la profondità delle riflessioni di Jung è sorprendente. Si ha l’impressione di essere seduti accanto a lui mentre rivela i dettagli della sua vita e delle sue teorie… Continua a leggere la recensione di Andreas Barella
Simboli della trasformazione è il quinto volume delle Opere dello psichiatra e analista svizzero ed esplora il processo di individuazione e la natura simbolica dell’inconscio. Prima di parlarne, ecco un riassunto costruito con alcune citazioni significative tratte dall’opera… Continua a leggere la recensione
Simboli della trasformazione è il quinto volume delle Opere dello psichiatra e analista svizzero ed esplora il processo di individuazione e la natura simbolica dell’inconscio. Prima di parlarne, ecco un riassunto costruito con alcune citazioni significative tratte dall’opera:
“La trasformazione inizia con la consapevolezza della propria ombra, quella parte di noi stessi che preferiamo ignorare o rifiutare. Solo accettando l’ombra possiamo intraprendere un vero cammino di crescita interiore.”
“L’inconscio si esprime attraverso simboli, che rappresentano archetipi universali. Questi simboli possono assumere forme mitologiche, religiose o oniriche, ma sono sempre veicoli di significato profondo.”
“La visione onirica è una finestra sull’inconscio. I sogni ci mostrano immagini simboliche che riflettono i nostri desideri, le nostre paure e le nostre aspirazioni più profonde.”
“La trasformazione richiede un confronto con l’animus (nella donna) o l’anima (nell’uomo), le rappresentazioni interne dell’altro sesso. Integrare queste figure interiori porta a una maggiore completezza e equilibrio.”
“I simboli alchemici rappresentano il processo di trasformazione interiore. L’opera alchemica di trasmutazione degli elementi corrisponde alla nostra ricerca di integrazione e realizzazione di sé.”
“Il mandala è un potente simbolo di totalità e integrazione. La sua forma circolare rappresenta l’unità e l’armonia degli opposti, offrendo un punto di riferimento stabile durante il percorso di trasformazione.”
“L’archetipo del Sè rappresenta la totalità e l’essenza più profonda dell’individuo. Il Sè è il punto di equilibrio che cerca di realizzarsi nel corso della vita, spingendo verso l’integrazione e l’individuazione.”
“La trasformazione richiede un atto di coraggio e di abbandono di vecchi schemi. Bisogna essere disposti a lasciare andare le vecchie identità e ad abbracciare l’incertezza del processo di cambiamento.”
Simboli della trasformazione è il libro con cui Jung diede inizio a quello che chiamò il progetto di psicologia complessa e che trasformò la psicoanalisi da una “setta” ad una disciplina multidisciplinare e attenta alla complessità. “Questo libro fu da me scritto nel 1911 a 36 anni: un momento critico, giacché segna l’inizio della seconda metà della vita nella quale non di rado si verifica una metanoia, un mutamento d’opinione.
Simboli della trasformazione fu il libro che segnò profondamente il rapporto – allora già incrinato – tra i due pionieri della psicoanalisi e della psicologia moderna, quello tra Freud e Jung, che furono appassionati colleghi e amici. In Ricordi, Sogni, Riflessioni (di cui abbiamo parlato qui), Jung parla di questo libro come del volume che la psiche gli “impose” di scrivere di getto per liberarsi del senso di abbandono e di vuoto conseguente alla rottura con Freud. Infatti, nel libro (ed è la parte forse più noiosa, per il lettore del 2023 che nella diatriba Freud-Jung ha poco interesse) spesso Jung confuta le idee del suo collega cercando di allargare il concetto di libido da una forza puramente “sessuale” a una forza più genericamente “creativa”. Per far questo utilizza il caso, riportato in una rivista di settore di qualche tempo prima, della signorina Miller, una poetessa e professoressa di New York, che Jung non incontrò mai, ma che aveva raccontato al suo analista diversi suoi sogni e visioni commentandoli.
Parlando del libro, Jung disse che “Il vero intento di questo libro è solo quello di elaborare il più a fondo possibile tutti i fattori storici e spirituali che confluiscono nei prodotti involontari di una fantasia individuale. Accanto alle ovvie fonti personali, la fantasia creatrice dispone anche dello spirito primitivo, dimenticato e da lungo tempo sepolto con le sue immagini peculiari palesantisi nelle mitologie di tutti i tempi e di tutti i popoli. L’insieme di queste immagini costituisce l’inconscio collettivo, retaggio presente potenzialmente in ogni individuo. Esso è il corrispettivo psichico della differenziazione del cervello umano. Questo è il motivo per il quale le immagini mitologiche possono rinascere senza posa spontaneamente sempre in armonia tra di loro, non solo in tutti gli angoli del vasto mondo ma anche in tutti i tempi. Esse sono presenti sempre e dappertutto. Ne deriva ovviamente la possibilità di mettere in relazione i mitologemi più distinti fra loro per divario temporale ed etnico con un sistema di fantasie individuali. La base creativa è dappertutto la stessa psiche umana e lo stesso cervello umano che, con varianti relativamente minime, funziona dappertutto nello stesso modo.”
Non entrerò nel dettaglio della struttura del libro, che parla della nascita e sviluppo della figura dell’Eroe e del suo rapporto ed emancipazione dalla figura della madre, o per dirla in altre parole, il percorso dell’Io che si individua differenziandosi dall’Inconscio, rimanendone però indissolubilmente legato. Da questo confronto scaturiscono innumerevoli immagini e motivi archetipici che continuano a ritornare nelle visioni e sogni ed esperienze di tutte le persone di tutti i tempi di tutti i luoghi della terra. Il libro ne elenca e discute alcuni con il supporto di tavole che riportano opere d’arte antica e medievale e che suffragano le teorie esposte. Una lettura affascinante e abbastanza scorrevole (seppur ricca e complessa).
Ancora Jung: “La conoscenza dei contenuti soggettivi della coscienza non dice ancora assolutamente nulla della psiche e della sua vera vita sotterranea. Anche in psicologia, come in tutte le scienze, per il lavoro di ricerca occorre un corredo di conoscenze sufficientemente estese. Un po’ di patologia e di teoria delle nevrosi non bastano assolutamente in questo caso; questo tipo di conoscenze mediche consente unicamente d’essere informati su una malattia, ma ignora tutto dell’anima che è malata. Con questo libro – allora come oggi – ho voluto, per quanto era in mio potere, ovviare a questo inconveniente.”
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