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Gaia e Urano – La nascita del mondo – Teogonia di Esiodo

Gaia e Urano – La nascita del mondo – Teogonia di Esiodo

La seguente descrizione della nascita del mondo è adattata dal magnifico libro di Jean-Pierre Vernant, “L’universo, gli dèi e gli uomini“, edito da Einaudi e che vi consigliamo caldamente: è un libro bellissimo!

Andreas Barella, una delle Muse, ha parlato di questo mito all’interno della trasmissione radiofonica APPESI ALLA LUNA della Radio svizzera di lingua italiana. Potete ascoltare la trasmissione a questo link.

Che cosa c’era, quando ancora non c’era qualcosa, quando non c’era proprio nulla? A questa domanda i greci hanno risposto con miti e racconti. In principio, per i greci, vi era Chaos, una Voragine senza né inizio né fondo, senza direzione nella quale precipitare, né possibilità di orientarsi, un luogo di vertigine e confusione. Il caos, appunto. In esso nulla vi era di ordinato né di comprensibile, né di creato. Esso esisteva, e in esso tutto era già contenuto, ma non aveva forma né nome né identità. Tutto era confuso in un’unica notte indistinta. In origine dunque, non esisteva che Caos, abisso cieco, notturno, sconfinato.

Poi apparve Gaia, la Terra. Essa sorse dal seno stesso di Caos, e questa creazione mutò l’ordine, o meglio il disordine, delle cose. Tutto quello che prima era senza orientamento, si ritrovò inserito in un ordine che, seppur primitivo, faceva la differenza con quanto esisteva prima. Vi fu un alto e un basso, un sopra e un sotto, un prima e un dopo. Le cose divennero visibili, solide, delineate. Gaia, in un certo modo, rappresenta il contrario di Caos.

Nato dalla vastità di Voragine, il mondo ha da allora in poi una superficie. Da un lato si spinge verso l’alto in forma di montagna, dall’altro sprofonda in basso come una galleria sotterranea. Sottosuolo che si prolunga tanto all’infinito e tanto indeterminato che, in un certo senso, ciò che si trova alla base di Gaia, sotto la superficie sicura e solida, è sempre l’abisso, il Caos. La terra, sorta dal seno di Voragine, vi si riunisce nelle sue profondità.

Un sopra e un sotto. Sopra le montagne si ergono alte e coronate di neve, si proiettano verso il cielo, le cime chiare e luminose le cui sommità più elevate raggiungono quella zona del cielo sempre inondata di luce. Gaia partorisce e nutre ogni cosa. Essa è la madre universale. Foreste, montagne, grotte sotterranee, i flutti del mare, i ruscelli di montagna, il vasto cielo traggono origine da Gaia, dalla Terra madre.

Subito dopo la Terra comparve Eros il vecchio, l’amore primordiale. In quei tempi lontani non esisteva ancora un maschile e un femminile, la distinzione tra i sessi era di là da venire. Questo vecchio con i capelli bianchi, Eros, non è lo stesso che comparirà più tardi, quando ci saranno gli uomini e le donne, i maschi e le femmine. Esso è una grandiosa forza dell’universo, un amore cosmico che, forse, suggerisce alla Terra di proseguire nella creazione. Esso permea l’universo e lo mette in movimento.

Così come la Terra è sorta da Voragine, dalla Terra scaturisce ciò che essa contiene nelle sue profondità. Quello che era in lei, mescolato a lei, si trova portato al di fuori: la Terra lo partorisce senza aver bisogno di unirsi a nessuno. Ciò che libera proviene dall’indistinto che dimora al suo interno.

La Terra genera da sola, senza bisogno di accoppiarsi, due personaggi molto importanti: Urano il cielo stellato e Ponto, l’acqua, tutte le acque, o meglio i flutti marini, poiché Ponto in greco è un nome maschile. La Terra li concepisce senza unirsi a nessuno, ed essi la vanno a completare sotto forma di forza contraria e doppia. Urano, il cielo stellato è simile alla terra, una solida replica, stabile e simmetrica. Appena creato, Urano si stende su Gaia e i due costituiscono i due piani sovrapposti dell’universo, un pavimento e una volta, un sotto e un sopra che si coprono a vicenda, completamente. Quando Terra partorisce Ponto, Flutto marino, questi la completa insinuandosi al suo interno e la delimita sotto forma di vaste distese liquide. Flutto, come Urano, rappresenta un opposto. Se la terra è solida e compatta, e gli elementi non possono mescolarsi in lei, Flutto è, invece, liquidità, fluidità informe e inafferrabile: le sue acque si mescolano, indistinte e confuse.

Caos, Gaia, Eros e poi i due partoriti Urano e Ponto. Si tratta di forze insieme naturali e divine. Gaia è la terra su cui camminiamo e allo stesso tempo è una dea. Ponto rappresenta sia i flutti del mare che una forza divina che può essere venerata. Urano è sopra di noi e come vedremo è nostro padre ma anche la vastità del cielo, una divinità universale.

La storia prosegue con la castrazione di Urano, che trovate qua.

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L’Odissea narrata alla Libreria al Ponte a Mendrisio – Quarta parte

L’Odissea narrata alla Libreria al Ponte a Mendrisio – Quarta parte

“Questa storia ci giunge dai tempi dell’ antica Grecia, dal grande poeta Omero. Gli antichi aedi per secoli l’hanno cantata prima che venisse scritta e giungesse fino a noi, con il nome di Odissea” Bimba Landmann da “L’incredibile viaggio di Ulisse

La Libreria Al Ponte propone LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI ULISSE

ciclo di quattro incontri di narrazione con La Voce delle Muse (Andreas Barella, Elena Casabianca e Andrea Della Neve) che raccontano ai bambini quattro episodi tratti dall’Odissea. Siamo giunti quasi alla fine… Ulisse sta per tornare a casa. Quali sfide lo attendo sulla sua isola?

Quarto e ultimo incontro – mercoledì , 28 febbraio 2018 alle ore 15:000 “Ulisse torna a Itaca”, durata un’ora circa
….dove si narra di come Ulisse, persi tutti i suoi compagni, riesce a tornare a casa, alla sua amata isola di Itaca.
….di come la sua casa è invasa dai Proci, i pretendenti che vogliono sposare sua moglie pensando che Ulisse è ormai morto.
….di come Ulisse deve superare difficili prove e subire svariate umiliazioni prima di essere riconosciuto dalla moglie, dal figlio e dai sudditi.

Iscrizioni: Iscrizione obbligatoria direttamente alla Libreria al Ponte o telefonando allo 091 646 74 37

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Crono e i suoi figli – La nascita degli dèi olimpici

Crono e i suoi figli – La nascita degli dèi olimpici

Rea consegna una pietra a Crono, che la inghiotte pensando si tratti di Zeus.

Andreas Barella, una delle Muse, ha parlato di questo mito all’interno della trasmissione radiofonica APPESI ALLA LUNA della Radio svizzera di lingua italiana. Potete ascoltare la trasmissione a questo link.

Crono, figlio della Madre Terra Gaia e di Urano, sposò sua sorella Rea. Ma era stato profetizzato sia dalla Madre Terra, sia da Urano morente, che uno dei figli di Crono l’avrebbe detronizzato. Ogni anno, dunque, egli divorava i figli generati da Rea: prima Estia, poi Demetra ed Era, poi Ade ed infine Poseidone. Rea era furibonda. Essa partorì Zeus, il suo terzo figlio maschio, a notte fonda, sul Monte Liceo in Arcadia, dove i corpi non proiettano ombra, e dopo averlo tuffato nel fiume Neda, lo affidò alla Madre Terra (la nonna di Zeus). Costei portò Zeus a Litto, in Creta, e lo nascose nella grotta Dittea sulla collina Egea. Là Zeus fu custodito dalla ninfa dei frassini Adrastea e da sua sorella Io, ambedue figlie di Melisseo, e dalla capra Amaltea. Il bimbo si cibava di miele e succhiava il latte di Amaltea in compagnia di Pan suo fratellastro. Zeus fu grato alle tre ninfe per la loro bontà e, quando divenne signore dell’universo, immortalò tra le stelle l’immagine di Amaltea, come costellazione del Capricorno. Prese poi in prestito una delle sue corna, tanto grandi che parevano corna di vacca, e la diede alle figlie di Melisseo: il corno divenne così la famosa Cornucopia, o corno dell’abbondanza, che trabocca di cibo e di bevande non appena lo si desideri. Ma altri dicono che Zeus fu allattato da una scrofa, che egli si divertiva a cavalcarla e che perdette il cordone ombelicale a Onfalio, presso Cnosso.

Attorno alla dorata culla di Zeus bambino, che era appesa ai rami di un albero affinché Crono non potesse trovare suo figlio ne in cielo né in terra né in mare, montavano la guardia, armati, i Cureti figli di Rea. Essi battevano le spade contro gli scudi e gridavano per coprire i vagiti del piccolo, perché Crono non potesse udirli nemmeno da lontano. Rea infatti, dopo il parto, aveva avvolto una pietra nelle fasce e l’aveva data a Crono, sul monte Taumasio, in Arcadia; Crono la inghiottì, convinto di divorare il suo figliolo Zeus. Col passare del tempo tuttavia, Crono cominciò a sospettare la verità e si mise a inseguire Zeus, che trasformò se stesso in serpente e le sue nutrici in orse: ecco perché brillano in cielo le costellazioni del Serpente e delle Orse.

Zeus crebbe tra i pastori dell’Ida, rifugiandosi in un’altra caverna; raggiunta la maturità si rivolse a Meti la Titanessa, che viveva presso il fiume Oceano, e Meti gli consigliò di recarsi da sua madre Rea e di chiedere che gli venisse affidato l’incarico di coppiere di Crono. Rea fu ben felice di aiutare il figlio a compiere vendetta; gli fornì dunque l’emetico che, secondo il consiglio di Meti, egli doveva mescolare alle bevande di Crono. Crono, dopo aver molto bevuto, vomitò dapprima la pietra, poi i fratelli e le sorelle maggiori di Zeus. Essi balzarono in piedi illesi e, in segno di gratitudine, chiesero a Zeus di guidarli nella guerra contro i Titani, che si erano scelti il gigantesco Atlante come capo. Infatti ormai Crono non era più nel fior dell’età.

La guerra durò dieci anni, ma infine la Madre Terra profetizzò la vittoria di suo nipote Zeus, se egli si fosse alleato a coloro che Crono aveva esiliato nel Tartaro. Zeus allora si avvicinò silenziosamente a Campe, la vecchia carceriera del Tartaro, la uccise, le tolse le chiavi e, dopo aver liberato i Ciclopi e i giganti centimani, li rianimò col cibo e le bevande degli dèi. I Ciclopi diedero a Zeus la folgore, arma invincibile; ad Ade un elmo che rende invisibile, e a Poseidone un tridente. I tre fratelli tennero poi un consiglio di guerra; Ade si introdusse segretamente nella dimora di Crono per rubargli le armi e, mentre Poseidone lo minacciava col tridente per sviare la sua attenzione, Zeus lo colpì con la folgore. I tre giganti centimani stritolarono sotto una pioggia di sassi i Titani superstiti e un improvviso urlo del dio Pan li mise in fuga. Gli dei si lanciarono all’inseguimento. Crono e tutti i Titani sconfitti, a eccezione di Atlante, furono esiliati nelle isole britanniche all’estremo occidente (oppure, come altri dicono, nel Tartaro) sotto la sorveglianza dei giganti centimani, e non turbarono più la pace dell’Ellade. Ad Atlante, come loro capo, fu riservata una punizione esemplare: doveva infatti sostenere sulle sue spalle il peso del cielo; ma le Titanesse furono risparmiate, per intercessione di Meti e di Rea.

Zeus stesso pose a Delfi la pietra vomitata da Crono e la pietra è ancora là, sempre unta d’olio e circondata da bioccoli di lana non tessuta.

Qui puoi leggere il mito di creazione (la storia di Gaia e Urano, tratta dalla Teogonia di Esiodo) in cui Crono ha una parte importante.

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L’Odissea raccontata alla Libreria Voltapagina a Lugano – Quarta parte

L’Odissea raccontata alla Libreria Voltapagina a Lugano – Quarta parte

“Questa storia ci giunge dai tempi dell’ antica Grecia, dal grande poeta Omero. Gli antichi aedi per secoli l’hanno cantata prima che venisse scritta e giungesse fino a noi, con il nome di Odissea” Bimba Landmann da “L’incredibile viaggio di Ulisse

 La Libreria Voltapagina propone LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI ULISSE

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Quarto e ultimo incontro – Sabato, 24 febbraio 2018 alle ore 9.30 “Ulisse torna a Itaca”
….dove si narra di come Ulisse, persi tutti i suoi compagni, riesce a tornare a casa, alla sua amata isola di Itaca.
….di come la sua casa è invasa dai Proci, i pretendenti che vogliono sposare sua moglie pensando che Ulisse è ormai morto.
….di come Ulisse deve superare difficili prove e subire svariate umiliazioni prima di essere riconosciuto dalla moglie, dal figlio e dai sudditi.

Età: dai 6 anni
Costo: Fr. 15.–
Durata: 1 ora circa
Iscrizione obbligatoria telefonando allo 091 924.06 60

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Appesi alla Luna – L’Oro dell’Ombra – Crono e Rea

Appesi alla Luna – L’Oro dell’Ombra – Crono e Rea

L’Oro dell’Ombra – Appesi alla luna – lunedì 5 febbraio 2018 – In Peter Pan, Capitan Uncino cerca di rubare l’ombra di Peter per privarlo dei suoi poteri magici. Nella psicoanalisi l’ombra è vista come il ricettacolo di tutta la spazzatura sociale e psichica che non siamo in grado di accettare nella nostra vita. Nel salotto di Rete Uno si andrà però alla scoperta, in modo leggero e divertente, di uno dei concetti più affascinanti delle teorie psicologiche moderne e ci confronteremo con le seguenti domande: l’ombra è sempre e solo oscura? Oppure può anche essere fonte di sorprese positive? Quando si manifesta nelle nostre vite? Qual è per voi la luce che la vostra ombra vi impedisce di vedere? E come la esplorate? Andreas Barella de La Voce delle Muse, ospite di Isabella Visetti coadiuvata da Vanni Slepoi, ne parla con Sara Haeuptli Nguyen, coach e counselor. Andreas presenterà il mito di Crono e Rea, del passaggio dall’età dell’oro al mondo scandito dal tempo e dai ritmi biologici per raccontare cosa finisce nell’Ombra. Oltre a fornire esempi su come scoprire la potenza creativa dell’Oro dell’Ombra. Ascolta la trasmissione.

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Qui trovi il mito di Crono e Rea
Qui trovi il mito di Gaia e Urano, la nascita del mondo secondo Esiodo. TRA BREVE

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