La struttura del volume è ricca: la prima parte contiene una agevole e interessante presentazione storica e cronologica dello sviluppo della religione egizia, utilissima per chi si vuole orientare in una storia frammentata e millenaria come quella egizia. Si parte dalle origini animiste per poi descrivere Antico, Medio e Nuovo regno (circa 1700 anni di storia: quella egizia è una civiltà che ha veleggiato attraverso i secoli come nessun’altra). La seconda parte è dedicata alle storie mitologiche di dèi e degli esseri umani. Grande parte è riservate alle cosmogonie e alle divinità primordiali e fondatrici della cosmologia egizia. E, come ogni corpus mitologico che si rispetti, la rassegna di miti termina… con la fine del mondo, che gli egizi concepivano come ciclica. I miti presentati (ma attenzione, l’Autrice ci invita a non far confusione con la terminologia: il termine “mito” come usato dai greci è altra cosa da come lo intendevano gli egizi) non sono moltissimi: ne sono stati scoperti pochi anche se quelli che possiamo leggere sono in grado di illustrare il modo di pensare e di costruire l’universo (e il suo significato) del popolo egizio. Nelle rimanenti quattro parti, l’Autrice analizza alcune questioni teoriche e scientifiche meno interessanti per chi si propone di leggere le storie mitologiche, ma altrettanto importanti per comprenderle meglio. Rebecca Stagno ci propone una sintesi dell’annosa questione politeismo-monoteismo, presentando il concetto affascinante di “monoteismo polimorfo”, vale a dire “un’unità divina la quale, per manifestarsi immanentemente nel cosmo, si fa molteplice emanando parti di sé che, pur essendo tra loro consustanziali, risultano dotate di libero arbitrio e di autoconsapevolezza” (p.109). In seguito, l’Autrice descrive la natura sacra e metafisica dei faraoni, i riti e la devozione popolare, le principali festività religiose. Inoltre, ci parla delle più importanti questioni relative al vasto argomento dell’escatologia e della vita ultraterrena per poi concludere con il concetto del cosiddetto “Egitto immaginario”, consegnando al lettore le sopravvivenze egittizzanti che hanno influenzato la cultura occidentale negli ultimi secoli.
Rebecca Stagno ha privilegiato, nella stesura del testo, un approccio ricco e variegato: nel testo troviamo nozioni di storia delle religioni, notizie antropologiche e archeologiche e analisi simboliche di matrice junghiana. Inoltre, per illustrare alcuni concetti e dettagli dei miti, ricorre a un’ottica comparativa che propone e noi lettori storie, miti e immagini (il volume contiene numerose illustrazioni) di altre realtà mitologiche, religiose e psicologiche.
Gli egizi vivevano la religione in modo affascinante e che può essere di ispirazione anche per noi esseri umani del ventunesimo secolo. Con le parole dell’Autrice: “In definitiva, quindi, possiamo affermare che, piuttosto che a una religione stricto sensu, ci troviamo davanti a una dimensione spirituale che non separa né il sacro dal profano, né l’uomo dagli dèi. La spiritualità dell’uomo egizio non si basa sulla fede aprioristica nel divino. Al contrario, qualsiasi idea di fede non potrebbe essere possibile, perché la credenza negli dèi è fondata sul fatto inconfutabile che essi esistono. Il divino si riflette nel cosmo e il cosmo nel divino, perciò, quando l’uomo egizio usciva di casa al mattino, semplicemente vedeva e faceva esperienza degli dèi attraverso tutto ciò che lo circondava, dal fiume Nilo agli animali, dal sole che brillava nel cielo alle stelle notturne, e così via” (p. 16).
Stagno, Rebecca. Miti dell’antico Egitto. Dèi, religione e sapienza del popolo del Nilo. Diarkos: 2024. 270 pagine, 18,75 Euro. Acquista il libro.
PS: Vi ricordiamo che anche Andreas Barella, de La Voce delle Muse, ha parlato di miti egizi. Ecco il nostro post sulla lotta tra luce e tenebre.
Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Ecco come fare: ci vuole un minuto!