Il racconto del mito di Agdisti è collegato al nostro post Ermafrodito e altri esseri bisessuali.
Quando il mandorlo nato da tale organo ebbe il frutto maturo, dicono che la figlia del fiume Sangario lo colse; una volta che lo ebbe riposto nel seno, quel frutto scomparve immediatamente ed essa rimase incinta; quando ebbe partorito, un capro si prese cura del bambino che era stato esposto. Mentre cresceva, Attis appariva dotato di una bellezza superiore a quella umana, e Agdisti si innamorò di lui. Quando Attis fu adulto, i parenti lo mandarono a Pessinunte per sposare la figlia del re.
Già si cantava l’imeneo, quando comparve Agdisti: Attis, impazzito, si tagliò i genitali e se li tagliò anche colui che gli dava in sposa la figlia. Agdisti, tuttavia, si pentì di quanto aveva fatto ad Attis e ottenne da Zeus che il corpo di Attis non imputridisse e non si consumasse. Questa è la leggenda più conosciuta riguardo ad Attis.
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