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Il mito di Enea – Origini e Guerra di Troia – Parte 1 (di 3)

Il mito di Enea – Origini e Guerra di Troia – Parte 1 (di 3)

Il racconto del mito di Enea è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 13: Enea – L’eroe di una nuova dinastia.

Un tempo, Zeus, il padre degli dèi, che non si era mai giaciuto con la figlia adottiva, stanco delle continue tentazioni che la magica cintura di Afrodite stimolava di continuo in lui, come in qualsiasi altro essere, mortale o divino che fosse, architettò di umiliare la dea, facendola innamorare perdutamente di un comune mortale. Il prescelto fu Anchise, un giovane pastore frigio, che di consueto faceva pascolare le sue vaste mandrie sui colli del monte Ida. Afrodite, rimasta sedotta dalla sua straordinaria bellezza, dopo averlo scorto a compiere il suo lavoro, decise di ottenere subito i suoi favori. Una notte, mentre egli giaceva nella sua capanna da mandriano, la dea assunse l’aspetto di una comune mortale e sotto tale travestimento si accostò a lui, sostenendo di essere una principessa, figlia del re Otreo, la quale, rapita dal dio Ermes, di lei perdutamente invaghito, era stata poi trasportata dal dio sui pascoli dell’Ida. Indossato poi un seducente peplo di colore rosso smagliante, la dea riuscì nel suo intento e, sdraiatasi accanto al giovane, giacque con lui in un giaciglio di pelli animali. Accompagnati dal sereno ronzare delle api, per tutta la notte i due amanti godettero delle passioni amorose e proprio da questo amplesso la dea dell’amore rimase incinta di un bambino. Quando, al sorgere dell’alba, Afrodite rivelò all’uomo la sua vera natura, Anchise, temendo di essere punito per aver scoperto le nudità di una dea, la pregò di risparmiargli la vita.

Tuttavia, la dea lo rassicurò, predicendogli la nascita di un bambino che sarebbe stato capace di regnare sui Troiani, acquistando un potere straordinario che si sarebbe mantenuto anche con i suoi discendenti. Ma allo stesso tempo Afrodite mise in guardia il suo amante, esortandolo a nascondere la verità sulla nascita del bambino, ben sapendo che se Zeus ne fosse venuto a conoscenza, lo avrebbe senza dubbio fulminato. Alcuni giorni dopo, mentre Anchise si trovava presso una locanda in compagnia dei suoi amici, uno di essi gli chiese se avesse preferito passare una notte con la figlia di Priamo o con Afrodite. Il giovane troiano, dimentico della promessa e stordito dall’ebbrezza, si vantò affermando di essere andato a letto con entrambe e giudicando un tale paragone impossibile.

Udita la temibile vanteria, Zeus dall’alto dell’Olimpo si affrettò a punire un così sfrontato mortale, scagliando una folgore destinata a incenerirlo. Ma Afrodite, postasi in difesa del suo amato, lo protesse grazie alla sua cintura magica, di fronte alla quale la terribile arma di Zeus nulla poté fare; la folgore raggiunse comunque Anchise, ma invece di incenerirlo, scoppiò innocuamente sotto i suoi piedi.
Il giovane mortale provò comunque un incredibile spavento alla vista di quelle scintille, tanto che da allora, egli non riuscì più a raddrizzare la schiena, traumatizzato com’era alla vista dell’ira divina, e la stessa Afrodite si disinteressò a lui dopo aver generato Enea. Si racconta anche che Zeus lo punì privandolo della vista.

Afrodite diede alla luce Enea sul monte Ida, e qui lo allevarono le ninfe nei primissimi anni di vita. Fu poi educato, secondo alcuni, dal centauro Chirone. A cinque anni fu affidato dal padre ad Alcatoo, che di Enea era cognato per aver sposato la sorellastra Ippodamia. Qui Enea fu cresciuto sino alla maggiore età. Sposò Creusa, figlia del re Priamo, cugino di suo padre, e da lei ebbe Ascanio. Pausania racconta che dalla moglie Enea avrebbe generato anche un’altra figlia, Etia. Prima dello scoppio della guerra contro gli Achei, Enea partecipò ad alcune spedizioni militari nell’ambito della politica espansionistica intrapresa da Priamo, legando in particolare il suo nome alla conquista dell’isola di Lesbo (la cui capitale allora era Arisbe), che divenne un avamposto strategico dei troiani. Secondo le fonti più antiche della saga troiana, Enea avrebbe avuto una parte nel ratto di Elena: fu sua madre Afrodite a ordinare all’eroe di rapire la regina di Sparta, che era sposata con Menelao, che era il premio che la dea aveva fatto a Paride per averle consegnato il pomo della bellezza. Enea era molto amico di Ettore, ebbe invece spesso contrasti con Priamo, come è detto più volte nell’Iliade. Nel canto XIII, l’eroe siede sul campo di battaglia rancoroso per il trattamento che il re aveva nei suoi riguardi. Era contrario alla guerra e inizialmente si rifiutò di combattere ma una volta indossate le armi non si tirò indietro.

Enea partecipò alla guerra di Troia ponendosi a capo di un contingente di Dardani. L’Iliade racconta che, durante un periodo di fittizia pace, l’eroe era allora mandriano del bestiame paterno sul monte Ida quando, nel corso di una scorreria nei pascoli della Troade, Achille riuscì a separarlo dai suoi armenti di buoi, li depredò e lo inseguì lungo le pendici boscose dell’Ida ma il troiano riuscì a sfuggirgli. Fu eroe valoroso, secondo solo a Ettore, e spesso supportato dagli dèi. Nella battaglia che seguì al duello fra Paride e Menelao, combatté sul carro da guerra in compagnia di Pandaro. Quest’ultimo venne ucciso da Diomede, ed Enea lasciò incustodito il carro (che verrà poi portato al campo greco da Stenelo, fedele compagno d’armi e auriga di Diomede) per difendere il corpo dell’amico dagli assalti greci. Affrontò dunque Diomede, rimanendo ferito a causa di un masso scagliato dal greco. Venne salvato dalla madre che lo avvolse nel suo velo. Diomede, non temendo l’ira della dea, ferì anche lei e la costrinse alla fuga. Apollo scese dunque in soccorso del troiano, contro di lui non poterono nulla neanche i colpi di Diomede. Enea venne ricoverato nel tempio di Apollo e curato da Artemide e Latona. Al suo posto combatté sul campo un fantasma con le sue sembianze. Enea combatté valorosamente anche in altre battaglie, come quella presso le navi greche, soccorrendo Ettore, ferito da un masso scagliato da Aiace Telamonio, e uccidendo Medonte, fratellastro di Aiace Oileo, e Iaso, condottiero ateniese. In questa circostanza perse però sia i suoi luogotenenti, Archeloco e Acamante, che erano due dei tanti figli di Antenore, sia il cognato Alcatoo. Dopo la morte di Patroclo, Achille decise di tornare a combattere. Enea volle affrontarlo a duello, scagliò la sua lancia contro il greco ma non riuscì a colpirlo. Achille balzò contro Enea: Poseidone, che pur essendo divinità ostile ai troiani apprezzava Enea per la reverenza che aveva verso gli dèi, decise di salvare il figlio di Anchise avvolgendolo in una spessa nebbia e ponendolo fra le ultime file dell’esercito. Poseidone infatti sapeva che Enea avrebbe dovuto perpetuare la sua stirpe dopo la fine di Troia.

La notte in cui i greci sarebbero usciti dal cavallo di legno, gli apparve in sogno Ettore, terribile d’aspetto, che gli annunciò l’inevitabile caduta di Troia e il suo arrivo in terra italica. Durante l’incendio della città tentò, insieme a pochi uomini, di difenderla ma dopo aver capito che tutto ciò era ormai inutile, decise di fuggire portando con sé il padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio. Durante la fuga perse però la moglie Creusa che, sotto forma di fantasma, gli rivelò il suo futuro di fondatore di un grande popolo.

Nella Iliou persis, invece, Enea scappava da Troia con i suoi seguaci subito dopo la fine di Laocoonte, avendo intuito grazie a quell’episodio l’imminente caduta della città. Secondo Omero Enea divenne fondatore di un grande regno nella Troade; la versione di Stesicoro, invece, consacrata da Virgilio, è quella più conosciuta.

Vai a: Il mito di Enea – Fuga da Troia, lungo viaggio per mare, il Lazio – Parte 2 (di 3)

ll mito di Enea, riassunto principalmente da questa pagina wikipedia

Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

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Mitologia Express – Pandora e il vaso magico

Mitologia Express – Pandora e il vaso magico

La puntata del 7 luglio di Mitologia Express. Il sommario: “Cominceremo con una nuova rubrica, “La finestra delle meraviglie”, una storia per le nostre giovani ascoltatrici e ascoltatori, che oggi racconterà di Pandora e del vaso magico che non doveva assolutamente aprire! Dopodiché ci recheremo nell’”Antro della Pizia”, la sacerdotessa che leggeva il futuro nell’oracolo… Sarà lei a darci le risposte ai vostri quesiti: mandateci le vostre domande sulla mitologia e noi saremo lieti di darvi le risposte. Oggi le abbiamo chiesto che cosa è la mitologia, perché ci affascina ancora dopo migliaia di anni, e se vale ancora la pena raccontarla e ascoltarla nel ventunesimo secolo. Inoltre, vi racconteremo una curiosità linguistica.”

Care amiche, Cari amici, Andreas Barella (una delle tre Muse), assieme a Loriana Sertoni, ha condotto la prima stagione di MITOLOGIA EXPRESS, in onda su RETE UNO della Radio Svizzera di lingua italiana (RSI). Ogni settimana i nostri due esploratori mitologici hanno scoperto un nuovo luogo intrigante sulla mappa fantastica del mondo del mito: la biblioteca perduta di Alessandria, la grotta del Ciclope Polifemo, il palazzo di Cnosso a Creta… Per spostarsi da un luogo all’altro, Loriana e Andreas hanno viaggiato sul Mitologia Express, uno stupendo convoglio a vapore che percorre le rotaie della fantasia, della curiosità e dell’esplorazione in un ambito tanto importante e tanto amato dagli esseri umani: quello della mitologia. Si è trattato, nelle parole di Andreas, della “realizzazione di un sogno che da tanti anni accarezzavo: quello di scrivere una trasmissione che rendesse leggere e fruibili da tutte le persone le ricche e variegate storie della mitologia greca.” A noi pare che l’esperimento sia pienamente riuscito.

Partite con loro e lasciatevi allettare dalle ricche rubriche. “Il mito quotidiano”: un racconto tratto dal mito greco e commentato da Andreas Barella. “L’antro della Pizia”: la rubrica di domande e risposte. “La finestra delle meraviglie”: il racconto di un mito in una versione pensata espressamente per le ascoltatrici e gli ascoltatori più giovani. Interpretato da Loriana Sertoni. “Il Dizionario mitologico”: gli dèi e le dee dalla A alla Z.

La terza puntata di Mitologia Express è andata in onda il 7 luglio 2019 e ha come  tema Pandora e il vaso che non doveva assolutamente aprire. Questa puntata contiene la conclusione dei miti raccontati nella prima puntata e riguardanti Prometeo. Ecco il link per ascoltare la puntata.

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Mitologia Express – Atena, Era e Afrodite

Mitologia Express – Atena, Era e Afrodite

Care amiche, Cari amici, come vedete dall’immagine qua a fianco, Andreas Barella (una delle tre Muse), assieme a Loriana Sertoni, ha condotto la prima stagione di MITOLOGIA EXPRESS, in onda su RETE UNO della Radio Svizzera di lingua italiana (RSI). Ogni settimana i nostri due esploratori mitologici hanno scoperto un nuovo luogo intrigante sulla mappa fantastica del mondo del mito: la biblioteca perduta di Alessandria, la grotta del Ciclope Polifemo, il palazzo di Cnosso a Creta… Per spostarsi da un luogo all’altro, Loriana e Andreas hanno viaggiato sul Mitologia Express, uno stupendo convoglio a vapore che percorre le rotaie della fantasia, della curiosità e dell’esplorazione in un ambito tanto importante e tanto amato dagli esseri umani: quello della mitologia. Si è trattato, nelle parole di Andreas, della “realizzazione di un sogno che da tanti anni accarezzavo: quello di scrivere una trasmissione che rendesse leggere e fruibili da tutte le persone le ricche e variegate storie della mitologia greca.” A noi pare che l’esperimento sia pienamente riuscito.

Partite con loro e lasciatevi allettare dalle ricche rubriche. “Il mito quotidiano”: un racconto tratto dal mito greco e commentato da Andreas Barella. “L’antro della Pizia”: la rubrica di domande e risposte. “La finestra delle meraviglie”: il racconto di un mito in una versione pensata espressamente per le ascoltatrici e gli ascoltatori più giovani. Interpretato da Loriana Sertoni. “Il Dizionario mitologico”: gli dèi e le dee dalla A alla Z.

La seconda puntata di Mitologia Express è andata in onda il 30 giugno 2019 e ha come tema il litigio tra Atena, Era e Afrodite… insomma i prolegomeni della Guerra di Troia. Ecco il link per ascoltare la puntata.

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I grandi miti greci, ogni settimana con il Corriere della Sera

I grandi miti greci, ogni settimana con il Corriere della Sera

Vi segnaliamo che in edicola, ogni settimana al martedì, assieme al Corriere della Sera, vengono pubblicati degli agili libretti su un personaggio specifico della mitologia greca. Le uscite sono 30 e i protagonisti sono elencati più sotto. La presentazione ufficiale della collana: “Dalle avventure di Eracle alla tragedia di Antigone, dagli enigmi della Sfinge al giudizio di Paride: Corriere della Sera presenta Grandi miti greci, una collana di monografie dedicate agli eroi e agli dèi della mitologia ellenica, appositamente scritte da autorevoli docenti universitari con la curatela di Giulio Guidorizzi. In ogni libro, la ricostruzione del mito, gli autori e le opere che nei secoli se ne sono occupati, una sezione antologica con i testi più rappresentativi e utili apparati critici. Immergiti in un mondo di storie antiche quanto la cultura occidentale, imprese intramontabili e personaggi mitici che da più di due millenni nutrono il nostro immaginario. Le grandi storie sono eterne.”

Noi le stiamo leggendo e vale proprio la pena. In una prima sezione vi è il racconto e l’analisi del mito; in una seconda sezione vi sono gli sviluppi nell’arte del mito trattato: musica, quadri, libri, piéce teatrali ispirate dal mito vengono raccontate e commentate. In una terza sezione vi sono poi degli estratti della storia dalle opere più famose che ne hanno trattato. Una ricca bibliografia e sitografia completa ogni volumetto, che si legge in un paio di ore e lascia l’anima leggera e soddisfatta. Una lettura consigliata. Non è detto che traendo spunto da questa bella iniziativa non ci metteremo in futuro a recensire qualche volume o a fare delle entrate qua sul blog sui vari dèi, dee, eroi. Man mano che lo faremo, potete cliccare sui vari link.

Ogni volume ha un curatore diverso, che indicheremo nei vari post. L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012).

Il piano dell’opera (ogni volume costa 7,90 Euro e li trovate sul sito del Corriere della Sera). NOVITÀ NOVEMBRE 2021: ATTUALMENTE LA COLLANA È DISPONIBILE SUL SITO DEL CORRIERE, NON SAPPIAMO FINO A QUANDO.

  1. Edipo – Il gioco del destino
  2. Dioniso – L’esaltazione dello spirito
  3. Apollo – La divina bellezza
  4. Zeus – Le origini del mondo
  5. Arianna – Le insidie dell’amore
  6. Orfeo – La nascita della poesia
  7. Ulisse – Il viaggio della ragione
  8. Medea – La condizione femminile
  9. Prometeo – Il dono del fuoco
  10. Antigone – La ragione di stato
  11. Fedra – L’insana passione
  12. Ade e Persefone – Gli dèi degli inferi
  13. Enea – L’eroe di una nuova dinastia
  14. Circe – La seduzione e la magia
  15. Eracle – L’eroe più popolare
  16. Teseo – Lo stato e le donne
  17. Elena – La bellezza che genera la guerra
  18. Afrodite – La primavera dell’amore
  19. Achille – Il guerriero vulnerabile
  20. Narciso – La morte, lo specchio e l’amore
  21. Atena – La dea invincibile
  22. Poseidone – La forza del profondo
  23. Le Sirene – Incanto e seduzione
  24. Ettore – L’eroe e la sua sposa
  25. Artemide – La natura selvaggia
  26. Giasone – La verità su un eroe
  27. Agamennone – Il re dei re
  28. Perseo – L’audacia dell’avventura
  29. Hermes – Il dio dell’astuzia
  30. Sisifo – I grandi peccatori

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Atalanta la Cacciatrice

Atalanta la Cacciatrice

Atalanta e Peleo si contendono la pelle e il trofeo del cinghiale calidonio

Il testo che segue è tratto da Andreas Barella, Adolescenza il Giardino Nascosto, Casa editrice Ericlea, 2010.  

“Cominciamo dalla storia, adattata dalla versione raccolta da Robert Graves. Le storie utilizzate per il lavoro pratico sono qui riportate al tempo verbale al presente in quanto così vengono narrate e percepite durante la messa in scena.

Atalanta dai piè veloci è l’unica figlia di Iaso e di Climene. Iaso desiderava un erede maschio, e alla nascita di Atalanta rimane tanto deluso che abbandona la bimba sulla collina Partenia presso Calidone. Artemide la salva mandandole un’Orsa che la allatta. Più grande, Atalanta cresce in un gruppo di pastori che l’hanno trovata e allevata, rimane vergine e porta sempre arco e frecce con sé. Un giorno giunge assetata a Cifanta e, colpita una roccia con la punta della lancia, ne fa scaturire una sorgente.

Un enorme cinghiale mandato da Artemide per punire il re Eneo che si è dimenticato di celebrarla negli annuali sacrifici agli dèi, uccide il bestiame del re, ne dilania i servi e distrugge i raccolti. Il re invia gli araldi in tutta la Grecia per costituire un gruppo di cacciatori che possa fronteggiare la belva. Chiunque l’avesse uccisa, se ne sarebbe assicurato la pelle e le zanne, fonte di grande onore per ogni cacciatore. Molti eroi rispondono, e tra questi anche Atalanta si presenta all’appello. Alcuni uomini non vogliono cacciare in compagnia di una donna, ma Meleagro, il figlio del re Eneo, ne convince alcuni con le buone e alcuni minacciando di annullare la battuta di caccia. In verità Meleagro si è perdutamente innamorato di Atalanta e cerca di ingraziarsela. Atalanta è armata d’arco e di frecce, gli altri di spiedi, di giavellotti e di asce. Ognuno è così smanioso di assicurarsi la pelle della belva che la battuta minaccia di svolgersi in modo disordinato. Su consiglio di Meleagro i cacciatori avanzano in formazione di mezzaluna, a qualche passo di distanza l’uno dall’altro, nella foresta dove il cinghiale ha la sua tana.

Il primo sangue versato non è quello della bestia. Atalanta ha preso posizione all’estrema destra, a una certa distanza dai compagni, e due centauri, Ileo e Reco, che si sono uniti alla caccia, tentano di usarle violenza. Ma non appena si precipitano su di lei, Atalanta li trafigge con le sue frecce e va a combattere al fianco di Meleagro.

Il cinghiale è infine snidato nei pressi di un corso d’acqua fiancheggiato da salici. L’animale balza fuori dal folto, uccide due cacciatori e ne ferisce un altro recidendogli i tendini del garretto, mentre il giovane Nestore, che molto tempo dopo avrebbe combattuto a Troia, trova scampo su un albero. Giasone e alcuni altri scagliano i giavellotti mancando il bersaglio, e il solo Ificle riesce a scalfire una spalla dell’animale. Poi Telamone e Peleo avanzano coraggiosamente con gli spiedi in mano, ma Telamone inciampa in una radice di un albero e, mentre Peleo lo aiuta a rialzarsi, il cinghiale li carica. Atalanta scocca appena in tempo una freccia che colpisce il cinghiale all’orecchio e lo mette in fuga. Anceo grida sprezzante: “Questo non è il modo di cacciare! Guardate me!” Scaglia la sua ascia contro il cinghiale che sta tornando alla carica, ma non è abbastanza svelto: un istante dopo giace a terra castrato e sventrato. Nella sua eccitazione Peleo uccide Eurizione con un giavellotto che avrebbe dovuto colpire il cinghiale, mentre Anfiarao riesce ad accecare la belva con una freccia. Teseo, che ha lanciato un giavellotto a vuoto, sta per essere a sua volta travolto, allorché Meleagro conficca il giavellotto nel ventre del cinghiale e, mentre l’animale gira su se stesso nel tentativo di liberarsi dall’arma, lo trafigge con un colpo di lancia che gli giunge al cuore. Il cinghiale finalmente si abbatte morto al suolo. Subito Meleagro lo scuoia e ne offre la pelle ad Atalanta dicendo: “Tu hai versato il primo sangue; se non ci fossimo accaniti tutti quanti attorno a questa bestia, l’avresti finita con le tue frecce”.

Gli zii di Meleagro sono molto offesi. Il maggiore, Plessippo, protesta dicendo che Meleagro merita la pelle per sé e che, se la rifiuta, bisogna assegnarla alla persona più autorevole fra i presenti, cioè a lui stesso, come cognato di Eneo. Suo fratello minore lo appoggia e sostiene che Ificle e non Atalanta ha versato il primo sangue. Meleagro, infuriato per amore, li uccide entrambi.

Esultante per il successo della figlia Atalanta, il padre Iaso la riconosce degna di essere sua figlia. Quando essa torna trionfante a palazzo, le prime parole del padre sono: “Figlia mia, preparati a prendere marito!” Un annuncio poco gradito per Atalanta, cui un oracolo delfico ha consigliato di non sposarsi. Essa risponde: “Padre, io acconsento ma a una condizione. Ogni pretendente alla mia mano dovrà battermi in una gara di corsa, oppure lasciarsi uccidere da me”. “E così sia,” risponde Iaso.

Molti sventurati principi perdono in tal modo la vita, poiché Atalanta è la più veloce dei mortali; ma Melanione un figlio di Anfidamante l’arcade, invoca l’aiuto di Afrodite. Essa gli dona tre mele d’oro e gli dice: “Atalanta indugerà per raccogliere queste mele se le lascerai cadere a una a una durante la corsa”. Lo stratagemma è coronato da successo. Atalanta si ferma per raccogliere le mele e raggiunge il traguardo subito dopo Melanione.

Le nozze hanno luogo, ma l’ammonimento dell’oracolo si rivela giusto perché un giorno, mentre passano davanti al sacro recinto di Zeus, Melanione induce Atalanta a entrarvi e a giacersi con lui. Irritato da questa profanazione, Zeus li trasforma ambedue in leoni: i leoni, infatti, non si accoppiano fra loro ma soltanto con i leopardi, e dunque Atalanta e Melanione non possono più godere l’uno dell’altra.”

Tratto da: Andreas Barella, Adolescenza, il Giardino Nascosto, Ericlea, 2010. Maggiori dettagli sul libro li trovate qua.