Chi è Paul Rebillot

Chi è Paul Rebillot

Paul Rebillot con Andreas Barella (de “La Voce delle Muse”)

Una delle basi teoriche de La Voce delle Muse è fornita dal lavoro del terapeuta americano Paul Rebillot. Per questo vi mettiamo qua la sua biografia. In basso trovate il link alla recensione del suo libro “Il Viaggio dell’Eroe”  e altri link interessanti. In esclusiva pubblicheremo un estratto del primo capitolo del libro.

Paul Rebillot (1931-2010) è considerato un pioniere della psicologia umanistica, e una delle più innovative voci nel panorama psicologico-esperienziale americano e mondiale. Nato a Detroit, è stato insegnante di teatro alla Stanford University di San Francisco. Nei primi anni 70 si specializza in conduzione di gruppi e in terapia della Gestalt allo Esalen Institute di Big Sur con John Lilly, Stanislav Grof, Dick Price e Will Schutz. L’incontro e il lavoro con Joseph Campbell spingono Rebillot a sviluppare dei moderni riti di passaggio che uniscano lo spirito catartico e curativo dell’antica tragedia greca con il bisogno di significato archetipico della società contemporanea.

Conosciuto negli Stati Uniti come l’erede di Joseph Campbell, nel 1974 sbarca in Europa con il Viaggio dell’Eroe, e per quasi quattro decenni lo propone con grande successo in numerose nazioni europee: Svizzera, Italia, Germania, Francia, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Austria.

Rebillot sviluppa altri seminari esperienziali tra i quali ricordiamo “Morte e Risurrezione”, “Il Viaggio degli amanti: alla ricerca della donna e dell’uomo interiore”, “Conosci la tua Ombra”. Nel 1988 fonda in Svizzera la School of Gestalt and Experiential Teaching nella quale si formano professionisti delle professioni d’aiuto che lo assistono nel suo peregrinare su e giù per l’Europa. Ritiratosi permanentemente nella sua casa di San Francisco nel 2008, Paul Rebillot muore circondato dagli amici più cari, nel 2010 all’età di 79 anni.

Qui potete leggere il primo capitolo de Il Viaggio dell’Eroe (per gentile concessione della Casa Editrice Ericlea)
Qui trovate la recensione al volume di Paul Rebillot: Il Viaggio dell’Eroe
Acquista “Il Viaggio dell’Eroe”.
Qui potete ascoltare la presentazione radiofonica de Il Viaggio dell’Eroe
La pagina Wikipedia su Paul Rebillot (in inglese)

L’Odissea raccontata alla Libreria Voltapagina a Lugano

L’Odissea raccontata alla Libreria Voltapagina a Lugano

L’arco di Ulisse e la cetra del Cantore vi aspettano a Lugano

“Questa storia ci giunge dai tempi dell’ antica Grecia, dal grande poeta Omero. Gli antichi aedi per secoli l’hanno cantata prima che venisse scritta e giungesse fino a noi, con il nome di Odissea” Bimba Landmann da “L’incredibile viaggio di Ulisse

 La Libreria Voltapagina propone LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI ULISSE

ciclo di tre incontri di narrazione con La Voce delle Muse (Andreas Barella, Elena Casabianca e Andrea Della Neve) che raccontano ai bambini tre episodi tratti dall’Odissea.

Sabato, 30 settembre 2017 alle ore 9.30 “Il cavallo di Troia e il viaggio di Ulisse”
….dove si narra di come dopo dieci anni di guerra, Ulisse costruisce un gigantesco cavallo di legno e con quello sconfigge i Troiani.
….di come, vinta la guerra, Ulisse e i suoi uomini cercano di tornare a casa ma gli dèi spingono le navi di qua e di là per il Mediterraneo per altri dieci anni.
….di come infine Ulisse, dopo aver incontrato i Ciconi, essere fuggito da Polifemo, essersi salvato dalla maga Circe, essersi sottratto al dolce canto delle Sirene, si prepara a ritornare a Itaca, la sua amata patria.

Sabato, 14 ottobre 2017 alle ore 9.30  “Ulisse e la maga Circe”
….dove si narra di come Ulisse e i suoi compagni approdano sull’isola della maga Circe e scoprono il suo palazzo di marmi bianchi e lucidi.
….di come i compagni di Ulisse entrano nel palazzo pensando di trovare straordinari tesori.
….di come questi dopo aver bevuto una pozione magica vengano tramutati in animali dalla potentissima Maga.

Sabato, 11 novembre alle ore 9.30 “Ulisse e il ciclope Polifemo”
….dove si narra di come Ulisse e i suoi compagni scoprono la grotta di Polifemo, un gigante con un solo occhio al centro della fronte.
….di come Polifemo sbarra con un macigno l’uscita della caverna intrappolando i guerrieri achei.
….di come Ulisse e i suoi compagni, con astuzia e ingegno, fuggono dalla caverna legati sotto il ventre delle pecore.

Età: dai 6 anni
Costo: Fr. 15.–
Durata: 1 ora circa
Iscrizione obbligatoria telefonando allo 091 924.06 60

Scarica qua la locandina con i dettagli e spediscila agli amici! Odissea al Voltapagina a Lugano

 

Recensione a “La Dea Bianca” di Robert Graves

Recensione a “La Dea Bianca” di Robert Graves

Eccomi qua a recensire La Dea Bianca, il libro più complesso e discusso di Robert Graves. Comincio con il dire che questo libro NON si legge per avere un resoconto storico: meglio leggerlo come un’opera di fiction, come un tentativo di dare ordine e ispirazione al lettore nell’ambito della mitopoietica. Cosa si intende con mitopoiesi? Si intende la capacità di utilizzare l’attività spirituale creatrice dei miti, che già Platone considerava più particolarmente propria dei poeti, distinguendola dall’attività più specificamente teoretica, generatrice di verità e di conoscenza, propria dei filosofi. In altre parole Graves crea una visione mitologica di una realtà che non sappiamo se è vera storicamente ma che crea un universo affascinante e ricco di significato psichico. Un po’ come il mondo del Signore degli Anelli: non è reale ma “suona bene” e ci si può identificare e le idee contenute nel testo possono divenire parte del nostro modo di leggere il mondo e la nostra vita.

Dal punto di vista mitopoietico, Graves è un genio e un sopraffino poeta: la sua inventiva e ispirazione sono davvero ricche. Il suo fine è quello di trovare dei fili conduttori che leghino assieme la tradizione ebraica con quella greca, con quella celtica e con una miriade di civiltà più antiche di cui abbiamo soltanto degli accenni e dei frammenti di testi. Insomma, mettersi alla lettura di questo volume è una bella sfida e si ha sempre l’impressione di non saperne abbastanza. Graves prende spunto da un poema medievale gallese, la “Battaglia degli alberi” in cui ogni albero ha un particolare significato e nasconde un particolare segreto celato dal druido-poeta che ha esteso il testo. Tutti i segreti hanno a che fare con una antica religione matriarcale celtica che il poeta ha occultato per farla sopravvivere alla censura della chiesa cattolica. La chiave di lettura è data da un linguaggio segreto dei segni chiamato Ogham nel quale ogni albero rappresenta un simbolo, un significato, un suono, una serie di storie mitologiche e così via. Molto complesso, torno a dire! E molto denso di rimandi ad altri testi, tradizioni, mitologie. Il rischio, durante la lettura è quello di perdersi. Nonostante le difficoltà, i percorsi labirintici che segue l’Autore, il materiale complesso e ricchissimo, e anche una prosa a tratti oscura, le sue conclusioni e l’unione dell’alfabeto degli alberi con il calendario annuale con le stazioni del sole e della luna è affascinante e suona giusto per una strutturazione psichica dello scorrere del tempo e convince come possibile (non sicuro: possibile!) metodo per creare significato nei tempi remoti della nostra evoluzione e fornisce spiegazioni valide e plausibili per gli antichi rituali legati al passare delle stagioni.

Il tema centrale del libro è, come in altre opere di Graves a cominciare da I Miti Greci, la decadenza di una società matriarcale primitiva, che venera una divinità femminile unica e trina: la Dea Bianca o Triplice Dea. Civiltà decaduta a causa dell’avvento di popoli guerrieri nomadi (achei, semiti, accadi, ecc.). E questa divinità femminile si trasforma, poco alla volta, nell’immagine primordiale della Musa (e a noi che ci chiamiamo La Voce delle Muse, questo piace assai!!) e nel suo linguaggio che si è distillato ed è passato dalla pietra, agli indovinelli per giungere nel luogo principe del mistero: la poesia. Alcune domande a cui troverete la risposta durante la lettura de La Dea Bianca: chi è e quanti nomi possiede la Dea? Perché il dio dell’Antico Testamento ha creato prima gli alberi e le erbe e solo dopo il sole, la luna e le stelle? Quale segreto è nascosto nel nodo gordiano? Quando arrivarono in Britannia 50 Danaidi e perché? Oltre a mille altri quesiti meno noti e legati alla tradizione nord-europea.

Un libro consigliato a lettori pazienti, che conoscono già o sono affascinati dalla mitologia (qualsiasi mitologia va bene: nel libro le trovate tutte!), e che sono alla ricerca di perle preziose che danno ispirazione all’immaginazione mitologica e poetica. Non portate la bussola, durante la lettura: lasciatevi guidare dalla mano di Graves in un universo ricco e labirintico. E non preoccupatevi se non capite tutto: penso che al mondo non esista persona che possa affermare di essere in chiaro alla fine della lettura! Ma vi posso garantire che sarete felici di averlo letto e tornerete di tanto in tanto a sfogliarlo. Si tratta del libro di un Autore che crede che la letteratura e la poesia siano prima di tutto MAGIA! E che il suono delle parole crei un significato e una realtà separata da quella che vediamo con gli occhi. BUONA LETTURA, BUON MITO! (Andreas Barella)

Graves, Robert.  1948.  La Dea Bianca.  Milano, Adelphi, 1992. 596 pagine, 20 Euro.

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Chi è Robert Graves e recensioni ad altri suoi volumi
Poetica di Robert Graves

Leggi la bella recensione di Pietro Citati a questo volume 

I libri di Robert Graves

Recensione a “Belisario” di Robert Graves

Recensione a “Belisario” di Robert Graves

Comincio col dire che tra tutti i libri di Graves che ho letto (e che trovate recensiti qua sul sito, vedi sotto per il link) Belisario è il più lento e quello che presenta più resistenza alla lettura. Per cui, se non avete mai letto nulla di Graves NON ve lo consiglio come prima opera. Il periodo storico descritto, il VI° secolo dopo Cristo, e i luoghi, la Costantinopoli di Giustiniano, la frontiera persiana, la Libia e una desolata Italia che ormai è lontana dai fasti anche del romano impero d’occidente, non è delle più accattivanti. Dopo un centinaio di pagine in cui Graves cerca di introdurci nelle diatribe religiose del periodo storico, diatribe del tipo se la persona di Cristo fosse solo divina o assieme umana e divina, ecco che la storia comincia a divenire appassionante, ricca di descrizione di battaglie e di strategie militari e di personaggi affascinanti. Belisario è un generale di Giustiniano e Robert Graves ci narra la sua vita attingendo, da quel maestro che è, alle fonti storiche classiche: Livio, Tucidide, Erodoto, Senofonte e anche alla sua fantasia e alla sua arte narrativa. Tanto che, se non si sono lette le opere degli storici antichi è davvero impossibile capire cosa sia vero e cosa sia inventato. Ma poco importa, a dire la verità, questo è un romanzo storico dove storia e romanzo si mischiano affrescando una vita straordinaria senza lasciare lacune. Belisario è l’ultimo generale fedele all’impero romano (d’oriente). È un cristiano ortodosso ma ha un’ammirevole tolleranza per gli altri credi religiosi e per le altre “sette” cristiane. Soprattutto, però, Belisario è un genio nell’ambito della tecnica militare. Il libro narra dei suoi successi in Persia, a Cartagine e nella campagna d’Italia e lo fa dilungandosi nel descrivere il rapporto con i soldati, sia i propri che quelli nemici, e nel descrivere un codice d’onore che commuove per la sua linearità e coerenza.

La voce narrante del libro è quella di Eugenio, uno schiavo eunuco al servizio di Antonina, che all’inizio del volume è una cortigiana e prostituta amica di Teodora (anche lei prostituta, ma che diverrà la moglie di Giustiniano e quindi il vero potere occulto dell’impero romano d’oriente). Antonina diverrà la moglie di Belisario e lo seguirà in tutte le sue campagne militari. I successi militari di Belisario si intrecciano con gli intrighi di palazzo e con la descrizione di luoghi e di avvenimenti storici poco noti ai più: un affresco notevole di un periodo storico buio e decadente ma ricco di fascino. Senza voler svelare troppo della trama devo però mettervi sull’attenti: Belisario cadrà vittima delle gelosie degli altri generali e dell’imperatore stesso che preferisce contornarsi di adulatori incompetenti e traditori piuttosto che riconoscere il valore del suo più fedele generale. La fine del romanzo, vi confesso, mi ha riempito di rabbia e di frustrazione, anche se il personaggio di Belisario ne esce quasi beatificato e si trasforma in un monumento alla “povertà e alla pazienza” come scritto sulla ciotola per elemosine di cui Belisario entra in possesso.

La storia di Belisario è un balsamo di coerenza e di semplicità, sia nelle azioni che nei sentimenti, e il personaggio Belisario rimane proprio per questo sempre un pochino misterioso. Il generale che Graves ci consegna è un esempio di saldezza nella burrasca della vita e della politica e vi confesso che farò tesoro della sua pazienza e del suo modo di reagire alle avversità della vita. Una lettura consigliata per gli amanti del romanzo storico. (Andreas Barella)

Graves, Robert.  1938.  Belisario.  Milano, Longanesi, 2017. 488 pagine, 22 Euro.

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Ecco la nostra nuova Musa!

Ecco la nostra nuova Musa!

EVVIVA! EVVIVA! Eccola qua la nostra nuova MUSA! La Musa ELENA! Abbiamo il grande onore di presentarvi la terza narratrice che da alcuni mesi si è unita a LA VOCE DELLE MUSE! Elena Casabianca aveva già prestato il suo talento e la sua passione alle Muse in occasione del Teatro su Dioniso, e ora assieme stiamo lavorando con grande impegno e divertimento alla preparazione della narrazione di alcuni estratti dell’Odissea che passeranno nelle librerie in autunno. BENTORNATA A CASA ELENA! 🙂

Chi è Elena Casabianca? Ecco un estratto del suo ricco Curriculum Vitae