Il racconto del mito di Eracle è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 15: Eracle – L’eroe più popolare
Prima di questo post, se non l’hai ancora letto, leggi: Il mito di Eracle (Parte 7 di 11): la conquista di Pilo
Eracle decise di attaccare Sparta e di punire i figli di Ippocoonte: non soltanto essi si erano rifiutati di purificarlo dopo la morte di Ifito, schierandosi contro di lui agli ordini di Neleo, ma avevano altresì assassinato il suo amico Eono. Accadde infatti che mentre Eono, figlio di Licinnio, che aveva accompagnato Eracle a Sparta, passeggiava per la città nei pressi del palazzo di Ippocoonte, un enorme cane molosso lo assalì: per difendersi, Eono lanciò un sasso che colpì il cane al muso. I figli di Ippocoonte balzarono allora fuori dal palazzo e percossero Eono con bastoni nodosi. Eracle accorse in aiuto di Eono dall’altro capo della strada, ma giunse troppo tardi. Eono era ormai morente ed Eracle, ferito alla coscia e al palmo della mano, si rifugiò nel santuario di Demetra Eleusina presso il monte Taigeto, dove Asclepio gli offrì un nascondiglio e sanò le sue ferite. Riunito un piccolo esercito. Eracle raggiunse Tegea in Arcadia e colà pregò Cefeo, figlio di Aleo, di unirsi a lui con i suoi venti figli. Dapprima Cefeo rifiutò: non si azzardava infatti a lasciare Tegea senza-difesa. Ma Eracle, cui Atena aveva donato una ciocca dei capelli della Gorgone in un’urna di bronzo, la offrì alla figlia di Cefeo, Erope: se la città fosse stata attaccata, le disse, essa doveva esporre per tre volte sulle mura quella ciocca, voltando le spalle al nemico che subito si sarebbe dato alla fuga. Gli eventi dimostrarono, tuttavia, che Erope non aveva bisogno di quel talismano. Così Cefeo si unì alla spedizione contro Sparta nel corso della quale, per mala sorte, egli perì con diciassette dei suoi figli. Taluni dicono che anche Ificle fu ucciso, ma più probabilmente si trattava dell’Argonauta etolo dello stesso nome, e non del figlio di Anfitrione. L’esercito di Eracle subì altre perdite, mentre tra gli Spartani caddero Ippocoonte e i suoi dodici figli, con numerosi altri uomini di alto rango; e la loro città fu conquistata d’assalto. Eracle allora rimise sul trono Tindareo, a patto che il regno passasse poi ai propri discendenti. Dal momento che Era, inesplicabilmente, non aveva insidiato Eracle nel corso di quella campagna, egli le edificò un tempio a Sparta e le sacrificò capre, perché non disponeva di altre vittime. Ecco perché gli Spartani sono gli unici Greci che hanno dato ad Era l’appellativo di «mangiatrice di capre» e le offrono quegli animali in sacrificio. Eracle innalzò inoltre un tempio ad Atena dai Giusti Meriti e, lungo la strada di Terapne, un tempio ad Asclepio Cotileo che ricorda la ferita ricevuta nel palmo della mano. A Tegea, un santuario detto «il comune focolare degli Arcadi» è famoso per la statua di Eracle con una ferita alla coscia.
dell’altra e il giorno seguente ritornarono alla loro città natale accompagnati dalla benedizione di Eutrante. La tomba di Auge ancora si mostra a Pergamo presso il fiume Caico. Gli abitanti di Pergamo sostengono di essere emigranti arcadi che giunsero in Asia con Telefo e gli offrono sacrifici eroici.8
g)Altri dicono che Telefo sposò Astioca, o Laodice, figlia del Troiano Priamo. Altri ancora, che Eracle si era giaciuto con Auge a Troia vi si recò per farsi consegnare gli immortali cavalli di Laomedonte. Altri ancora, che Aleo chiuse Auge e il suo infante in un cofano che affidò alle onde del mare; tale cofano poi, sotto la solerte guida di Atena, raggiunse le coste dell’Asia Minore alle foci del fiume Caico, dove re Teutrante sposò Auge e adottò Telefo. Codesto Teutrante, mentre cacciava sul monte Teutrante, inseguì un giorno un gigantesco cinghiale che si rifugiò nel tempio di Artemide Ortosia. Teutrante era sul punto di forzare l’ingresso allorché il cinghiale gridò: «Risparmiami o mio signore, io sono il beniamino della dea!» Teutrante non gli badò nemmeno e lo uccise, offendendo così Artemide in modo tale che essa ridonò la vita al cinghiale, punì Teutrante con il tormento della lebbra e lo costrinse a vagare tra valli solitarie. Sua madre Leucippe, tuttavia, si inoltrò in gran fretta nella foresta portando con sé il veggente Poliido, e placò Artemide con cospicui sacrifici. Teutrante fu curato e guarito della lebbra con le pietre antipate, che ancora si trovano in grande quantità sul monte Teutrante; Leucippe allora innalzò un altare ad Artemide Ortosia e fece costruire un cinghiale meccanico tutto d’oro con la testa d’uomo, che si rifugia nel tempio quando è inseguito e grida: «Risparmiami!» Eracle, trovandosi in Arcadia, si recò sul monte 0stracina dove sedusse Pialo, una figlia dell’eroe Alcimedonte. Quando Pialo partorì un figlio chiamato Ecmagora, Alcimedonte li scacciò ambedue e volle che morissero di fame sulla montagna. Ecmagora piangeva da spezzare il cuore e una misericordiosa gazza volò alla ricerca di Eracle, imitando i gemiti; guidò così l’eroe fino all’albero dove Fialo sedeva, legata e imbavagliata dal padre crudele. Eracle salvò la madre e il bambino, che crebbe uomo robusto. La fonte che sgorga in quel luogo chiamata Cissa, in ricordo della gazza.
Vai a: Il mito di Eracle (Parte 9 di 11): Deianira
ll mito di Eracle, riassunto dalla versione di Robert Graves ne “I Miti Greci”. Un libro pubblicato da numerose case editrici e che vi consigliamo caldamente. Qua trovate la nostra recensione al volume di Graves.
Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.
Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè