Category Archives: Recensioni

Recensione a “I Grandi Miti Greci”: siamo oltre la metà!

Recensione a “I Grandi Miti Greci”: siamo oltre la metà!

Care amiche e cari amici,

già da diverso tempo ci siamo prefissati di recensire la bella collana I Grandi Miti Greci, composta da trenta agili volumetti che introducono nuovi lettori, ma che sono allettanti anche per gli esperti, ai grandi protagonisti del mito greco (un po’ sottorappresentate le protagoniste femminili a dir la verità. Dieci titoli su trenta: si può fare meglio), e di recensirla fornendo in altri post un ricco apparato delle storie mitologiche trattate nei volumi. Settimana scorsa abbiamo concluso il sedicesimo volume: siamo oltre la metà. PER VOSTRA COMODITÀ TROVATE QUA SOTTO L’ELENCO DEI POST PUBBLICATI AD OGGI, CON TUTTI GLI APPROFONDIMENTI (circa una sessantina). BUONA LETTURA, AMICHE E AMICI! Noi intanto proseguiamo imperterriti nelle recensioni e negli approfondimenti!

La presentazione ufficiale della collana: “Dalle avventure di Eracle alla tragedia di Antigone, dagli enigmi della Sfinge al giudizio di Paride: vi presentiamo I Grandi Miti Greci, una collana di monografie dedicate agli eroi e agli dèi della mitologia ellenica, appositamente scritte da autorevoli docenti universitari con la curatela di Giulio Guidorizzi. In ogni libro, la ricostruzione del mito, gli autori e le opere che nei secoli se ne sono occupati, una sezione antologica con i testi più rappresentativi e utili apparati critici. Immergiti in un mondo di storie antiche quanto la cultura occidentale, imprese intramontabili e personaggi mitici che da più di due millenni nutrono il nostro immaginario. Le grandi storie sono eterne.”

Una lettura che vale proprio la pena. In una prima sezione vi è il racconto sintetico e l’analisi del mito; in una seconda sezione vi sono gli sviluppi nell’arte del mito trattato: musica, quadri, libri, piéce teatrali ispirate dal mito vengono raccontate e commentate. In una terza sezione vi sono poi degli estratti della storia dalle opere più famose che ne hanno parlato. Una ricca bibliografia e sitografia completa ogni volumetto, che si legge in un paio di ore e lascia l’anima leggera e soddisfatta. Una lettura consigliata. L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012).

La collana è stata ripubblicata recentemente da Mondadori con una numerazione diversa, ma i volumi sono gli stessi. La trovate a questo indirizzo. Ecco la lista dei volumi recensiti (numerati) e gli approfondimenti stilati dalle vostre Muse (con il pallino).

  1. Edipo – Il gioco del destino
  2. Dioniso – L’esaltazione dello spirito
  3. Apollo – La divina bellezza
  4. Zeus – Le origini del mondo
  5. Arianna – Le insidie dell’amore
  6. Orfeo – La nascita della poesia
  7. Ulisse – Il viaggio della ragione
  8. Medea – La condizione femminile
  9. Prometeo – Il dono del fuoco
  10. Antigone – La ragione di stato
  11. Fedra – L’insana passione
  12. Ade e Persefone – Gli dèi degli inferi
  13. Enea – L’eroe di una nuova dinastia
  14. Circe – La seduzione e la magia
  15. Eracle – L’eroe più popolare
  16. Teseo – Lo stato e le donne

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Recensione: UNO PIÙ UNO FA UNO di Valentina Casadei

Recensione: UNO PIÙ UNO FA UNO di Valentina Casadei

Valentina Casadei ha uno spirito artistico, basta scorrere il suo curriculum vitae per rendersene conto: laureata al DAMS di Bologna in storia del cinema, si specializza all’Eicar di Parigi con un Master in sceneggiatura e regia. Le piace raccontare storie, e le piace farlo con le immagini dei suoi cortometraggi e anche con le parole di questa sua terza raccolta di poesie. Il volume contiene 27 poesie  e un lungo racconto poetico intitolato “Tu e io”.

Uno più uno fa uno non è una raccolta poetica che vi lascerà con il sorriso sulle labbra e lo spirito leggero e felice: è un libro che parla di sofferenza, di “foglie che toccano il suolo”, della “stereofonia dei miei lamenti / Piange come bestie / E nutre la mia terra, / I miei ceppi isterici” e dove i pensieri d’amore sono fabbricati “Per l’uomo che ancora doveva arrivare / Era una lunga raccolta archiviata da tempo”. Insomma il futuro è incerto e il passato archiviato… e quello che mi sono chiesto io è: e il presente? Qual è il presente? Qual è l’atteggiamento nei confronti del qui e ora dell’Autrice di queste poesie? Una risposta sembra contenuta nel lungo componimento poetico che occupa la seconda parte del volume e che parla, come suggerisce il titolo (“Tu e io”), di una coppia: lei postina, lui bancario. La protagonista è la voce femminile che tramite le parole dà l’impressione di cercare di rimanere a galla sopra una realtà e una visione che definirei depressiva della sua vita attuale. La storia d’amore è ancora da capire, la relazione con il “tu” del titolo è ancora in nuce e affonda nei mille dubbi della non conoscenza reciproca. La coppia abita assieme ma non si conosce ancora e la voce femminile ha difficoltà a uscire dal proprio guscio e a comprendere e manifestare le proprie emozioni, il proprio amore. L’emozione che prevale, nella mia lettura, è quella dell’ansia, un ansia paralizzante e devastante che sovrasta lo sviluppo della relazione come una nuvola nera temporalesca. Per tutta la lettura, appassionante, del componimento, mi aspettavo che il temporale arrivasse, che qualcosa accadesse, che l’ansia evolvesse in qualcosa di diverso. “Tu e io”, invece si concentra sullo stallo, sul periodo buio e lo fa con perizia: leggendo ho sentito vicinanza con la sofferenza e l’incomprensione che traspare dalle parole della poetessa originaria di Ravenna. Alla fine, il messaggio di speranza, il tentativo di sbloccare una relazione inceppata, non riesce a sollevare del tutto il lettore… la nuvola nera è ancora lì e continua a girare sopra alle teste. L’impressione è che il testo sia stato scritto come una sorta di analisi personale per comprendere dubbi e paure della protagonista: la comprensione tra due persone è possibile? La personalità e le esigenze saranno ascoltate e comprese? Sarò emotivamente al sicuro se aprirò  il mio cuore a questo sconosciuto? Una catarsi è possibile?

Insomma, un libro di ricerca personale, e che mi auguro parli di un tempo passato. Il mio auspicio è che raccogliere questi quadri di momenti intensi e drammatici serva a Valentina Casadei a comprendersi meglio e ad affrontare la vita, amorosa e non, con più frecce al suo arco emotivo. Una lettura terapeuticamente interessante, una voce artistica che vale la pena tenere d’occhio perché siamo sicuri avrà ancora molte cose interessanti da raccontare. (Andreas Barella)

Valentina Casadei, Uno più uno fa uno, Roma, Ensemble, 2020. Il volume è acquistabile qui

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Telegono, il figlio della Maga Circe

Telegono, il figlio della Maga Circe

La presentazione del volume Frammenti di Telegonia è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 14: Circe – La seduzione e la magia.

Care amiche, cari amici, a conclusione dei post su Circe, siamo molto felici di presentarvi il primo volume nella collana ANONIMO DI CHIO della Casa Editrice Ericlea, che parla proprio del figlio che la Maga Circe ha avuto assieme a Odisseo, che tanto spazio ha nella profezia sul futuro del re di Itaca, profezia pronunciata da Tiresia nell’Ade (vedi qui, se non ricordi l’episodio).

Lasciamo la parola al curatore della collana, il Dr. phil. I Andreas Barella, che ci presenta la genesi di questo progetto. Ringraziamo la Casa Editrice per il permesso di pubblicare l’estratto.

DALLA PREFAZIONE AL VOLUME: “Nella primavera di un paio di anni fa partii in vacanza con un amico. Si trattava di un viaggio di svago per ridonare linfa a un’amicizia da troppo tempo negletta. Ma era anche un viaggio di studio, di ricerca di immagini e atmosfere mitologiche. La meta era il Mar Egeo e le sue isole, soprattutto quelle orientali al confine con la Turchia. La scoperta dei quaderni all’origine di questo libretto è avvenuta grazie a un incontro fortuito sull’isola di Chio, la supposta terra natale di Omero. Una anziana signora ci ospitò nella sua casa dopo che eravamo stati colti dalla notte nell’entroterra durante una gita fra i monasteri che punteggiavano le colline. In gioventù la donna era emigrata in Inghilterra e parlava un po’ di inglese. Morto il marito era tornata sulla sua isola, nell’antica casa di famiglia dove ci ospitava con squisita gentilezza e generosità.

Ci mostrammo appassionati di mitologia. Colpita dal nostro amore per Omero ci narrò di un curioso personaggio di cui le parlava la nonna. Un viaggiatore, forse inglese forse prussiano, che sua nonna chiamava in turco Deli Amca, “il vecchio pazzo” e che proprio in quella casa aveva vissuto e dove, dopo lunghi incontri con anziani narratori dell’isola e della terraferma vicina, aveva riempito una serie impressionante di quaderni. Incuriositi le chiedemmo di cosa parlassero. Lei ci rispose che si trattava di storie che il vecchio raccontava la sera a sua nonna e a sua madre bambina, accompagnandole con la lira. Chiedemmo che fine avessero fatto quaderni e strumento e lei allargò le braccia, rispose che non sapeva se esistessero ancora. Da bambina ricordava di averli visti accantonati su vecchi scaffali in una piccola stanza abbandonata.

La mattina dopo andammo a cercarli. La camera del vecchio c’era ancora: nessuna traccia della lira ma il locale era pieno di quaderni di pessima qualità, ingialliti. Alcuni in buono stato, altri rovinati dall’umidità del contatto con i muri, altri si intravvedevano sotto un sottile strato di intonaco, utilizzati chissà quando e da chissà chi per isolare la parete meno esposta al sole, altri ancora erano stipati in due valige di pelle che dovemmo forzare in quanto le cerniere erano talmente arrugginite da impedire l’apertura. Anche se parziale, si trattava pur sempre di una scoperta straordinaria: 108 quaderni di 96 pagine ciascuno (82 in buone condizioni, 16 ricuperabili, 10 in stato pessimo) e il ricordo della nostra squisita ospite di almeno altrettanti fascicoli finiti chissà dove e che stiamo tentando di rintracciare.

Nei tomi scritti in esametri in greco antico, con ampi inserti in greco moderno e in turco, con note marginali in inglese, in tedesco e in francese, vergati con una calligrafia minuta e precisa, centinaia di episodi mitologici collegati uno all’altro da migliaia di rimandi numerici specifici (inseriti a margine nella forma: n° volume, n° pagina) ad altri episodi in una rete infinita di possibilità di narrazione.

Chi era questo Pseudo-Omero, Deli Amca, il vecchio pazzo o, come lo abbiamo chiamato in copertina, questo Anonimo di Chio? Per ora possiamo solo fare supposizioni. La nostra idea è che si trattasse di un erudito appassionato di mitologia che, forse a seguito della scoperta delle rovine di Troia e di Micene da parte di Heinrich Schliemann negli anni 70 del 1800, si fosse trasferito in Grecia e abbia appreso (da chi? dove?) a narrare oralmente le storie in seguito raccolte nei quaderni. Il vecchio si era forse ritirato a Chio per mettere in forma scritta i racconti uditi nel suo peregrinare. Filologi e mitologi stanno, con meraviglia, approfondendo lo studio dei fascicoli. Una versione critica vedrà verosimilmente la luce nei prossimi anni. I manoscritti sono a disposizione, presso la casa editrice, degli esperti interessati.

Non volevamo però attendere così a lungo per presentare queste storie. Quella che pubblichiamo nelle prossime pagine, senza nessuna velleità filologica, è una libera traduzione e arrangiamento di alcuni frammenti di una vicenda appassionante e che ha come protagonista Telegono, il “nato lontano da casa”, il figlio di Odisseo e della maga Circe. Le sue vicende sono pescate un po’ qua e un po’ là nei quaderni, distillate e senza rinvii ad altre storie. Nei manoscritti vi sono circa 200 rimandi che collegano la storia di Telegono a vicende note e meno note del corpus mitologico classico. A volte abbiamo dovuto scegliere una versione a scapito di una o due altre, in alcune occasioni le indichiamo alla fine del capitolo corrispondente; non sempre però, in modo da non appesantire la lettura. Si tratta, appunto, di frammenti. Come di frammenti si parla quando si cita la Telegonia di Eugammone di Cirene, composta nel sesto secolo avanti Cristo: che il nostro cantore abbia utilizzato la narrazione perduta di questa opera? Anche questo è un mistero che attende risposta.

Un’ultima considerazione: abbiamo deciso per una traduzione in prosa per rendere maggiormente accessibile il testo, cercando di mantenere il ritmo e lo stile poetico dei quaderni. Ci siamo imbattuti in diverse contraddizioni che lasciamo ai lettori individuare, come in una specie di caccia al tesoro: si tratta principalmente di differenze negli appellativi degli dèi e dei protagonisti, dovuti a fonti diverse che poi durante la narrazione orale venivano presumibilmente adeguati dal narratore, ma che nei quaderni presentano incongruenze anche notevoli. Un esempio è l’appellativo di Telegono, che viene chiamato “giovane” in episodi verso la fine delle sue avventure. Abbiamo però deciso di mantenere queste contraddizioni in quanto proprie del racconto orale. In futuro (maggiori dettagli nelle note tra i capitoli e alla fine del volume) presenteremo anche altri racconti e cicli narrativi contenuti in questo meraviglioso regalo che il Destino, o la Musa, ci ha voluto destinare.” (COPYRIGHT ©2019 CASA EDITRICE ERICLEA e ANDREAS BARELLA. Questo testo può essere utilizzato solo citando la fonte e l’autore.)

Il volume è acquistabile qui.
La recensione del volume di Ludovico Baù.
Il sito della Casa Editrice Ericlea.
Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

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Recensione: Prometeo – Il dono del fuoco

Recensione: Prometeo – Il dono del fuoco

Dal risvolto di copertina: “Ingegnoso e ribelle, il Titano che “pensa prima di agire”, è incatenato a una rupe per aver donato il fuoco all’umanità. Così il mito ce l’ha consegnato. Cosa lo condannò a tale supplizio? L’ira di Zeus sa essere impietosa e un’azione scellerata come quella di Prometeo, che preferì l’uomo alla divinità, merita una punizione esemplare: legato a una roccia, tormentato da un’aquila intenta a dilaniargli il fegato quotidianamente rigenerato. Un tormento che ci ricorda i futuri martirii; per questo Prometeo potrebbe, a ragione, essere accostato a chi per un’idea, un valore, un diritto da difendere non ha esitato a ribellarsi all’autorità. Un personaggio mitico che si fa storia, e con le sue azioni, attraverso le parole di chi l’ha narrato – da Eschilo a Shelley, fino a Leopardi, Kafka e oltre – accompagna anche noi oggi, impegnati a rifuggire tiranni e castighi mortali.”

Dall’introduzione di Giulio Guidorizzi: “Il mito di Prometeo sembra suggerire l’idea che disobbedienza e inganno siano necessari all’ordine del mondo. Sarebbe infatti stato radicalmente diverso il mondo, se Prometeo non avesse almeno due volte ingannato Zeus: sia rubando il fuoco per donarlo agli uomini, sia imbrogliandolo nel dividersi una vittima e inventando così il sacrificio, l’atto religioso fondamentale grazie al quale il cibo degli uomini sarà la carne, e quello degli dèi il fumo e le ossa dell’animale. Il “peccato” di Prometeo è la hybris, la sfida contro il potere divino: atto straordinario che lo ha reso, nel corso dei secoli, simbolo della lotta dell’umanità per affrancarsi dalle sue catene e per affermare la propria dignità.”

Oltre alla narrazione del mito, il volume contiene anche approfondimenti sulla sua fortuna nel corso dei secoli, in tutte le forme artistiche: letteratura (con una ricca antologia di testi classici sul mito), pittura, teatro, cinema. Inoltre vi è una tavola genealogica, e un ricco apparato bibliografico e sitografico. Il volume su Prometeo è curato da Maria Pia Pattoni, professore di letteratura greca presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Qui gli ultimi volumi pubblicati.

L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012). Qui una lista di suoi volumi sul mito greco.

Il racconto del mito di Prometeo.
Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

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Recensione a Frammenti di Telegonia dell’Anonimo di Chio

Recensione a Frammenti di Telegonia dell’Anonimo di Chio

La recensione del volume Frammenti di Telegonia è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 6: Ulisse – Il viaggio della ragione.

Prima di leggere qui, se non l’hai ancora fatto, vai alla presentazione del volume Frammenti di Telegonia, che racconta la storia del figlio di Odisseo e della Maga Circe.

La pagina facebook MITOLOGIA IN PILLOLE (iscrivetevi, ne vale la pena!) ha recensito i Frammenti di Telegonia. Grazie mille a Ludovico Baù per questo scritto! 🙂

“Il più grande dispiacere per un amante della mitologia è immaginare i numerosi racconti perduti nel corso della storia, miti che non sono sopravvissuti all’inesorabile scorrere del tempo e giacciono nel dimenticatoio. Da ciò ne deriva che la gioia più grande viene dal ritrovamento di testi mitici pensati perduti per sempre, questo è ciò di cui oggi parlerò in questa sede.
La figura di Telegono, figlio di Odisseo e della Maga Circe, ci è nota attraverso il ricordo della Telegonia di Eugammone di Cirene (VI sec. a. C.) andata persa.
La tragica storia di questo eroe sarebbe rimasta nell’oblio se non fossero stati rinvenuti dei fascicoli ottocenteschi attribuiti a un “Anonimo di Chio” dove si racconta, attraverso il linguaggio epico, di Telegono e dei personaggi a lui strettamente collegati come l’amico Elato e la sacerdotessa delle Esperidi Talia.
Il testo che la casa editrice Ericlea propone è scritto in forma di frammenti i quali riprendono gli avvenimenti più importanti del mito di cui Telegono è protagonista. Non intendiamo soffermarci eccessivamente sulla trama poiché questa è la tipica storia che per essere apprezzata a pieno va scoperta, un riassunto diminuirebbe il piacere della lettura. Abbiamo deciso quindi di mettere in evidenza i topos del mito che sono: Il grande VIAGGIO attraverso le isole della Grecia, l’AMICIZIA come legame che non può essere sciolto da nessun male, la PAURA della morte che attanaglia ogni essere mortale e la RICERCA (non vi diciamo di cosa). Questo libro mi ha fatto provare le stesse sensazioni di quando, quasi per gioco, mi misi a leggere l’Odissea anni addietro: il testo è riuscito a riportarmi in un’ passato arcaico e magico dove uomini e dei camminavano sulla terra e condividevano piaceri e dolori, anche se per poco tempo quei piaceri e dolori li ho provati anche io. Vi è una tragicità unica in questa narrazione per quanto riguarda il panorama greco che ho ritrovato solo nell’antica epopea sumera di Gilgamesh. Ho molto apprezzato la lettura di “FRAMMENTI DI TELEGONIA” e spero che questa recensione faccia nascere in voi la curiosità di avventurarvi tra le sue pagine. Avere per le mani un racconto pensato perduto fino a poco tempo fa non è cosa da tutti i giorni e vi assicuro che suscita forti emozioni. Se deciderete di leggere il testo e vorrete condividere le vostre riflessioni, i ragionamenti e le impressioni nei commenti ne saremmo molto felici.” (
Copyright Ludovico Baù e pagina fb Mitologia in pillole). 

Il volume è acquistabile qui.
Il sito della Casa Editrice Ericlea.
Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

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