Siete amanti dell’opera? Le Muse (non noi… le figure mitologiche greche!) sono tra le maggiori ispiratrici di libretti operistici. Il recente volume Clio, Calliope e il do di petto curato da Camillo Faverzani, raccoglie quattordici saggi sulle fonti antiche nella librettistica, tra mito e storia. Tra le molteplici fonti che hanno ispirato i librettisti del melodramma nel corso dei secoli, la più longeva e copiosa è senza dubbio quella che sgorga dalle vicende del mondo antico, sia esso inteso come mito, storia greco-romana o narrazione biblica.
Di questa feconda relazione si occupa Clio, Calliope e il do di petto ultimo volume pubblicato da LIM nella collana ‘Sediziose voci’, in cui vengono presentati quattordici saggi prodotti nell’ambito del ciclo di seminari di studio “L’Opéra narrateur” per l’”Institut National d’Histoire de l’Art” dell’Università di Parigi VIII. Strutturato in cinque parti, introduce dapprima le «Ragioni e musiche del mito e del soprannaturale», per poi risalire «Alle origini del mito» (Orfeo, Psiche, Medea) e affrontare i personaggi al «Ritorno dalla guerra di Troia» (Idomeneo); e considerare in ultimo i ruoli operistici che prendono forma tra «Il sacro e l’Oriente» (Ciro, Nabucco, Semiramide) e «Roma». Rende pubblici i risultati dei lavori svolti nell’ambito dei seminari del gruppo di ricerca «L’Opéra narrateur» del Laboratoire d’Études Romanes–EA4385, dedicati a «Mythe et Opéra» e «L’Antiquité et l’Opéra». Analizza il modo in cui la scena musicale ha saputo interpretare ai propri fini gli archetipi derivati dall’Antico, privilegiando il nesso tra modello letterario e scrittura per il teatro per musica, senza tuttavia trascurare le questioni inerenti alla messinscena. Una lettura affascinante, da accompagnare con l’ascolto delle opere corrispondenti.
Come detto il volume è curato da Camillo Faverzani: qua sotto lo potete ascoltare al microfono di Davide Fersini della Rete Due della Radio Svizzera di Lingua Italiana RSI, mentre racconta le origini del progetto e presenta alcuni dei testi più originali.
ci sono voluti diversi anni, ma alla fine ce l’abbiamo fatta: abbiamo recensito e raccontato i miti contenuti nella bella collana I Grandi Miti Greci, composta da trenta agili volumetti che introducono nuovi lettori, ma che sono allettanti anche per gli esperti, ai grandi protagonisti del mito greco (un po’ sottorappresentate le protagoniste femminili a dir la verità. Dieci titoli su trenta: si può fare meglio), e di recensirla fornendo in altri post un ricco apparato delle storie mitologiche trattate nei volumi. Nel frattempo, ahimé, la collana è fuori catalogo e bisognerà attendere una nuova ristampa. I volumi sono apparsi a più riprese nelle edicole, in abbinamento al Corriere della Sera e ad altri periodici.
Visto che abbiamo concluso il lavoro, qua sotto trovate per vostra comodità l’elenco dei post pubblicati, con tutti gli approfondimenti: sono circa 115 contributi. Siamo fieri di noi! BUONA LETTURA, AMICHE E AMICI!
La presentazione ufficiale della collana: “Dalle avventure di Eracle alla tragedia di Antigone, dagli enigmi della Sfinge al giudizio di Paride: vi presentiamo I Grandi Miti Greci, una collana di monografie dedicate agli eroi e agli dèi della mitologia ellenica, appositamente scritte da autorevoli docenti universitari con la curatela di Giulio Guidorizzi. In ogni libro, la ricostruzione del mito, gli autori e le opere che nei secoli se ne sono occupati, una sezione antologica con i testi più rappresentativi e utili apparati critici. Immergiti in un mondo di storie antiche quanto la cultura occidentale, imprese intramontabili e personaggi mitici che da più di due millenni nutrono il nostro immaginario. Le grandi storie sono eterne.”
Una lettura che vale proprio la pena. In una prima sezione vi è il racconto sintetico e l’analisi del mito; in una seconda sezione vi sono gli sviluppi nell’arte del mito trattato: musica, quadri, libri, piéce teatrali ispirate dal mito vengono raccontate e commentate. In una terza sezione vi sono poi degli estratti della storia dalle opere più famose che ne hanno parlato. Una ricca bibliografia e sitografia completa ogni volumetto, che si legge in un paio di ore e lascia l’anima leggera e soddisfatta. Una lettura consigliata. L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012).
In occasione della proiezione dello sceneggiato Rai al Centro Culturale e Biblioteca LaFilanda di Mendrisio, vi elenchiamo tutti i post che nel corso degli anni abbiamo pubblicato inerenti l’Eneide di Virgilio. Buona lettura! Vi aspettiamo in Biblioteca per la visione delle rimanenti puntate, commentate da Andreas Barella!
Il fascino delle storie mitologiche è intramontabile. Le imprese di eroi e semidei antichi sono fonte inesauribile di interpretazione che continuano a mostrare la loro sorprendente attualità. Il valoroso Enea è il protagonista delle proiezioni in programma il prossimo novembre.
Aveva riscosso un buon successo di pubblico la visione della la serie televisiva “Odissea”, diretta da Franco Rossi (1971) tenuta a LaFilanda agli inizi del 2020. Grazie ai sapienti commenti di Andreas Barella, Dr. phil. I, che aveva animato tutti gli incontri, era stato possibile riassaporare le gesta di Ulisse nelle ambientazioni e con gli effetti speciali del vecchio telefilm. Quest’anno è la volta della successiva pellicola “Eneide” (1974), la cui ricca ed esotica ambientazione spazia dall’Asia alla Grecia, dalla ex Jugoslavia all’Afghanistan, con descrizioni dell’Africa settentrionale, della Sicilia e dell’Italia. Protagonista è Enea, l’eroe greco che fugge dalla città in fiamme di Troia per navigare in lungo e in largo attraverso il Mediterraneo e approdare infine alla foce del Tevere, dove i suoi discendenti fonderanno la città di Roma. Benché già presente nell’Iliade di Omero, il prode troiano dello sceneggiato italiano è ispirato all’Eneide del poeta Virgilio. Questi, da buon cittadino romano, assemblando i racconti sparsi sui viaggi dell’eroe Enea, la sua vaga associazione con la fondazione di Roma e soprattutto le caratteristiche di un personaggio non ben definite, ma dalla grande devozione che incarna alla perfezione il concetto della pietas latina, ne trae un avvincente “mito di fondazione” per il nascente impero romano che si sta profilando sotto la guida del primo imperatore Cesare Augusto.
Quali le differenze e quali le somiglianze tra l’Odissea e l’Eneide? Perché queste opere continuano ad affascinarci? Con la consueta leggerezza e ironia, Andreas Barella accompagnerà la visione delle puntate con commenti, nozioni storiche e vari appunti, coinvolgendo anche il pubblico in questo avventuroso viaggio. Gli incontri si terranno il lunedì 8, 15, 22 e 29 novembre, dalle 19:00 alle 21:00
Comunicato stampa La Filanda Via Industria 5 CH-6850 Mendrisio +41 58 688 36 80 info@lafilanda.ch lafilanda.ch lunedì−domenica 9:00−21:00
Il racconto del mito di Sisifo è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 30: Sisifo – I grandi peccatori.
Sisifo, figlio di Eolo, sposò una figlia di Atlante, Merope, la Pleiade, che gli generò Glauco, Ornizione e Sinone; egli possedeva una bella mandria di bestiame sull’istmo di Corinto. Nei pressi viveva Autolico, figlio di Chione, il cui fratello gemello, Filammone, era stato generato da Apollo, benché Autolico si vantasse di avere per padre Ermes. Ora, Autolico era un vero maestro nell’arte del furto, poiché Ermes gli aveva conferito il potere di trasformare le bestie che rubava, mutando le bianche in nere e quelle senza corna in cornute o viceversa. E Sisifo, pur essendosi accorto che la propria mandria diveniva sempre più esigua, mentre i capi della vicina mandria di Autolico aumentavano sempre più, non riuscì a raccogliere le prove per accusarlo di furto; un giorno pensò dunque di incidere all’interno degli zoccoli dei suoi animali il monogramma SS o, come altri dicono, le parole «Rubata da Autolico». Quella notte Autolico fece man bassa come al solito, e all’alba le impronte degli zoccoli lungo il sentiero fornirono a Sisifo la prova che gli occorreva per denunciare il furto ai vicini. Tutti assieme si recarono alle stalle di Autolico, dove Sisifo riconobbe le sue bestie per via dei segni incisi sugli zoccoli e, lasciando i vicini a discutere col ladro, si precipitò nella casa, entrò dalla porta principale e, mentre fuori ferveva la disputa, sedusse Anticlea, figlia di Autolico e moglie di Laerte l’Argivo. Anticlea gli generò Odisseo, e le circostanze in cui costui fu concepito bastano a spiegare la sua straordinaria astuzia e il suo soprannome «Ipsipilo».
Sisifo fondò Efira, più tardi chiamata Corinto, e la popolò con uomini nati dai funghi, a meno che, come altri narrano, quel regno non gli fosse stato donato da Medea. I suoi contemporanei lo giudicavano il peggior furfante della terra, e gli riconoscevano soltanto il merito di aver sviluppato a Corinto il commercio e la navigazione. Quando, alla morte di Eolo, Salmoneo usurpò il trono tessalico. Sisifo, che era il legittimo erede, consultò l’oracolo di Delfi e gli fu detto: «Genera figli in tua nipote; essi ti vendicheranno!» Egli allora sedusse Tiro, figlia di Salmoneo, ma quando Tiro si accorse che Sisifo non era stato mosso da amore per lei, ma da odio per il padre suo, uccise i due figli che da lui aveva avuti.
Dopo che Zeus ebbe rapito Egina, suo padre, il fiume Asopo, giunse a Corinto in cerca di lei. Sisifo sapeva benissimo che cosa fosse accaduto a Egina ma non volle dire nulla finché Asopo non promise di far scaturire nella cittadella di Corinto una fonte d’acqua perenne. Asopo fece zampillare la fonte Pirene dietro il tempio di Afrodite, dove sorgono ora i simulacri della dea in armi, del Sole e di Eros l’arciere. E Sisifo gli narrò l’accaduto. Zeus, che era sfuggito a fatica alla collera di Asopo, ordinò a suo fratello Ade di trascinare Sisifo nel Tartaro e di infliggergli una punizione eterna per aver tradito i segreti degli dèi. Tuttavia, Sisifo riuscì a trarre in inganno Ade e lo chiuse nei ceppi a lui destinati pregandolo di mostrargli come funzionavano. Così Ade rimase prigioniero nella casa di Sisifo per alcuni giorni (e si creò una situazione gravissima perché nessuno poteva morire, nemmeno i decapitati) finché Ares, che vedeva minacciati i propri interessi, non giunse a liberarlo consegnandogli Sisifo prigioniero. Ma Sisifo aveva un altro trucco in mente. Prima di discendere al Tartaro, disse a sua moglie Merope di non seppellirlo e, appena varcata la soglia del palazzo di Ade, si recò immediatamente dinanzi a Persefone e le disse che, poiché il suo corpo non era stato sepolto, egli sarebbe dovuto rimanere sulla riva più remota dello Stige. «Lasciatemi ritornare nel mondo dei vivi», insistette, «provvederò al mio funerale e punirò l’incuria dei miei familiari. La mia presenza qui è illegittima. Tornerò fra tre giorni». Persefone si lasciò ingannare e concesse a Sisifo ciò che egli le chiedeva. Ma appena fu tornato alla luce del sole. Sisifo non mantenne la promessa fatta a Persefone e Ade fu costretto a ricondurlo al Tartaro con la forza.
ll mito di Sisifo, riassunto dalla versione di Robert Graves ne “I Miti Greci”. Un libro pubblicato da numerose case editrici e che vi consigliamo caldamente. Qua trovate la nostra recensione al volume di Graves.