Prevedere il futuro è un sogno che l’umanità ha sempre accarezzato. Gli antichi scrutavano le viscere dei polli e il volo degli uccelli, nel Medioevo si osservavano gli astri e si consultava la Bibbia, oggi ci attendiamo dagli economisti e dai meteorologi previsioni sicure sull’andamento del PIL e sul tempo che farà. Ogni epoca ha avuto un suo modo peculiare di rapportarsi al futuro, ed è in questo senso, e solo in questo, che del futuro possiamo fare la storia. Evento organizzato da Lezioni di Storia Festival e Editori Laterza.
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Nel corso degli anni, Andreas Barella, una delle Muse de La Voce delle Muse, ha partecipato a numerose trasmissioni radio alla RSI (Radio Svizzera id Lingua Italiana), sia a RETE UNO che a RETE DUE.
Sul canale YouTube MITO E PSICHE vengono ora ripubblicate queste classiche interviste sui temi più disparati, ma sempre inerenti la MITOLOGIA e il suo USO NELLA VITA QUOTIDIANA.
In questa prima puntata: in Peter Pan, Capitan Uncino cerca di rubare l’ombra di Peter per privarlo dei suoi poteri magici. Nella psicoanalisi l’ombra è vista come il ricettacolo di tutta la spazzatura sociale e psichica che non siamo in grado di accettare nella nostra vita. Nel salotto di Rete Uno RSI si andrà però alla scoperta, in modo leggero e divertente, di uno dei concetti più affascinanti delle teorie psicologiche moderne e ci confronteremo con le seguenti domande: l’ombra è sempre e solo oscura? Oppure può anche essere fonte di sorprese positive? Quando si manifesta nelle nostre vite? Qual è per voi la luce che la vostra ombra vi impedisce di vedere? E come la esplorate? Andreas Barella, ospite di Isabella Visetti coadiuvata da Vanni Slepoi su RETE UNO della RSI Radio Svizzera di Lingua Italiana, ne parla con Sara Haeuptli Nguyen, coach e counselor.
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Libri citati nella trasmissione.
Robert Bly. Il piccolo libro dell’ombra. Per scoprire il nostro lato oscuro. Per Robert Bly, l’Ombra è una sorta di ‘sacco’ che ciascuno porta sulle spalle e in cui ripone tutti gli aspetti della propria personalità che non gli piacciono. In questo libro, che presenta una prefazione del noto psicanalista Claudio Rise, l’autore delinea gli itinerari che permettono di ‘svuotare’ questo sacco, di guardarsi dentro e di fare pace con la parte più nascosta di se stessi.
I miti raccontati da Andreas sono tratti da: Robert Graves. I Miti Greci. Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito. Modo ingenuo – ci dicono – modo fantasioso, spregiudicato e prescientifico, di spiegare l’origine delle cose e degli uomini, gli usi i costumi e le leggi. Filologia, etnografia, antropologia hanno lacerato il velo del mito, evidenziandone le radici ideologiche, il retroterra di superstizione e di magia. Ma i miti, così dissezionati, ci vengono restituiti alla stregua di freddi reperti anatomici, buoni tuttalpiù per qualche museo. Robert Graves è riuscito a rianimare questa materia ormai inerte, restituendocela con tutto il suo splendore, il suo sense of wonder e (anche) of humour.
Chi erano i Greci? Quali erano le loro caratteristiche precipue e quanto di “greco” c’era in coloro che vissero nell’Egitto o nella Siria in età ellenistica o sotto l’Impero Romano? I Greci hanno posto le basi di quella che oggi viene considerata la cultura occidentale: la democrazia, la filosofia, il teatro e molte delle scienze esatte affondano le loro radici nel mondo del mito e delle poleis.
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UN GRANDE CLASSICO RITROVATO! Questa intervista fa parte di una serie di incontri che la studiosa Starr Goode aveva promosso tra il 1986 e il 1991 per esplorare la figura della Grande Dea femminile e le sue connessioni con l’arte antica e l’arte moderna.
Marija Gimbutas è conosciuta per aver studiato le culture del neolitico e l’età del bronzo della cosiddetta Europa Antica, e per l’ipotesi kurganica che colloca la patria originaria protoindoeuropea nelle steppe pontico-caspiche. I suoi lavori, pubblicati tra il 1946 e il 1971, introdussero nuovi punti di vista nell’ambito della linguistica e dell’interpretazione della mitologia, e sfidarono le credenze del tempo sull’età del bronzo. È ritenuta come una delle autorità più rilevanti a livello internazionale riguardo allo studio di questo periodo e innovatrice nel contesto delle tecniche archeologiche del XX secolo.
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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE IN ITALIANO SU GIMBUTAS
Il linguaggio della Dea, di Marija Gimbutas. “Il linguaggio della Dea” (1989), pietra miliare dell’archeomitologia, ha rivoluzionato le prospettive sulle origini della nostra cultura. L’autrice è riuscita a ricostruire la civiltà arcaica dell’Europa Antica e a riportare alla luce la presenza centrale del femminile nella storia. I suoi studi spaziano dal neolitico all’età del bronzo. A sostegno delle sue tesi, esamina i reperti, in parte già noti e in parte da lei stessa dissepolti durante i suoi scavi nel bacino del Danubio e nel nord della Grecia, che comprendono un vastissimo repertorio di oltre 2000 manufatti, tutti riprodotti nel volume, mostrando i nessi dimenticati tra il mondo materiale e quello dei miti di una cultura raffinata, la cui genesi è alle radici del patrimonio culturale dell’Occidente.
Le Dee viventi, di Maria Gimbutas. L’ultimo libro scritto da Marija Gimbutas, pubblicato postumo, riassume decenni di ricerca condotta nei più importanti siti del neolitico e del paleolitico superiore europei: il risultato è un’impressionante serie di ritrovamenti che conducono alla ricostruzione di un’ideologia coerente e complessa, incentrata sulla divinità femminile, la “grande dea” della morte e della rigenerazione. Nutrice e sterminatrice, la dea fa convergere su di sé i miti e i riti degli abitanti dell’Europa che precedettero le grandi invasioni indoeuropee (stimate in due ondate, tra il 4000 e il 3000 a.C.).
Kurgan, le origini della cultura europea, di Marija Gimbutas. Quella che talvolta si chiama con un po’ di enfasi la “casa europea”, la patria dalle comuni radici, è in realtà, in origine, un terreno di conflitto, di contaminazione, di reciproche influenze, di battaglie e sopraffazioni. Sono qui presentati i testi più rappresentativi di una ricerca durata quasi mezzo secolo, che ha portato Marjia Gimbutas a costruire un affresco appassionante delle civiltà che, incontrandosi e scontrandosi tra il IV e il III millennio a.C., contribuirono a gettare le fondamenta della nostra identità.
I Balti, di Marija Gimbutas. Scritto successivamente alla formulazione dell’ipotesi Kurgan, “Balti” è la prima monografia che Marija Gimbutas dedica a una cultura preistorica e ai suoi contatti, intrecci e conflitti con gli invasori venuti dalle steppe uraliche. Il fatto che l’autrice di tale monografìa provenisse proprio dal ceppo di quella cultura preistorica, e avesse visto con i propri occhi gli esiti distruttivi delle invasioni, non può essere considerato una semplice coincidenza.
Al cuore dell’Europa. Una rilettura dell’opera di Gimbutas, di Anna Riboldi. A vent’anni dalla morte dell’archeologa lituana Marija Gimbutas, il suo originale contributo alle ricerche archeologiche attende ancora di essere pienamente valorizzato. La sua vasta produzione scientifica, dedicata soprattutto al tema della grande dea madre e alle sue simbologie, grazie alle raffigurazioni plastiche che ella stessa portò in luce durante la sua carriera di archeologa sul campo nei maggiori siti neolitici europei, in questo volume viene analizzata, per la prima volta integralmente, nel significato che essa rivestì in un’epoca in cui le discipline storiche avevano conosciuto un incremento di tecnicismi e nella quale la Gimbutas rappresentò una eccezione assoluta, spesso isolata e dibattuta nella comunità scientifica.
In questa lunga intervista condotta a Zurigo nel 1957, Jung ci racconta della sua collaborazione con Sigmund Freud, degli insight che ebbe ascoltando i sogni dei suoi pazienti e degli affascinanti sviluppi della sua vita personale.
Il Dr. Richard I. Evans intervista Jung dandoci una chiave d’accesso alle non semplici teorie junghiane, e lo fa tratteggiando la figura sensibile e umana di un grande pensatore. Si tratta del montaggio di quattro interviste di un’ora registrate tra il 5 e l’8 agosto 1957.
L’intervista integrale è stata pubblicata in italiano da Adelphi con il titolo Jung parla.
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