Category Archives: Agenda

I prossimi appuntamenti con le Muse e altre occasioni mitologiche

Dedalo e Icaro

Dedalo e Icaro
Dedalo e Icaro

Preparativi per il volo

Eccoci qua! Dopo la narrazione di sabato alla Libreria il Voltapagina di Lugano, le Muse son tornate alle loro Grotte Magiche per ascoltare i suoni del mondo e raccogliere nuovo materiale per le loro narrazioni! 😉 .

Sabato è stata una bella mattinata: due gruppi di bambini sono venuti a sentire il mito di Dedalo e Icaro. Con i bimbi abbiamo scoperto alcune invenzioni che Dedalo avrebbe pensato se fosse vissuto ai giorni nostri: un paio di occhiali che quando li metti la mamma si trasforma in un dinosauro (uhm… saranno contente le mamme?!?), una macchina per vivere nel futuro e nel presente (troviamo bellissima questa invenzione: vivere nel presente non è facile… 🙂 ), un cavallo di legno che quando ci sali diventa vivo e puoi andare in giro e quando scendi ridiventa di legno, e molte altre straordinarie invenzioni. Abbiamo poi scoperto come mai Dedalo è fuggito da Atene e si è rifugiato a Creta, abbiamo conosciuto suo nipote Talo, geniale mente creatrice come lo zio, abbiamo ammirato i giocattoli magici che Dedalo dona alla figlia del re di Creta per divertirla e per ingraziarsela .

Di soppiatto ha fatto poi la sua comparsa anche il Minotauro (che sarà il protagonista indiscusso della narrazione di sabato prossimo 12 ottobre), ma giusto per essere rinchiuso nella più grande opera di Dedalo: il complicatissimo e inespugnabile labirinto di Cnosso. Proprio lì il geniale inventore viene rinchiuso con il figlio Icaro e proprio da lì i due fuggono con le ali costruite con cera d’api e piume di uccelli. L’incontro con il dio del sole che transita in cielo con il suo carro e la caduta in mare di Icaro (quali le conseguenze della caduta: ieri abbiamo narrato alcune versioni, da quelle tragiche a quelle più positive…) hanno concluso la narrazione.

Ecco il contenuto della narrazione di settimana prossima. VI ASPETTIAMO NUMEROSI!

Libreria il Voltapagina, Sabato 12 ottobre, 9:30 e 11:30. Teseo il giovane eroe di Atene.

  • Dove si narra della nascita del mostruoso Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro e di come questo venga rinchiuso nel labirinto di Dedalo.
  • Dove si narra di come la città di Atene sia obbligata a mandare 14 giovani ogni anno a Creta per essere mangiati dal Minotauro.
  • Dove si narra di come Teseo si offra volontario per andare a sconfiggere il mostro.

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA allo 091 924 06 60. Qui potete scaricare la locandina.

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse

Le Muse raccontano al Voltapagina

Le Muse raccontano al Voltapagina
Il ciclope e le sue pecore

Il ciclope e le sue pecore: lavoretto manuale fatto dai bimbi che hanno assistito al racconto delle avventure di Ulisse

Buongiorno a tutti voi. Le Muse tornano in libreria a Lugano! Ecco qua sotto il programma delle tre giornate che andiamo ad offrire nelle prossime settimane. Qui potete scaricare la locandina.

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA allo 091 924 06 60

La trilogia dell’isola di Creta ovvero Racconti dal labirinto

L’isola di Creta fu un importante centro della civiltà minoica. Su questa isola sono nate alcune tra le più antiche storie raccontate dai cantastorie greci. Il labirinto costruito da Dedalo nel palazzo di Cnosso, la storia di Teseo che entra nel labirinto grazie al filo di Arianna e lotta contro il Minotauro, la fuga di Dedalo e di suo figlio Icaro grazie alle ali di cera, sono tutte storie che hanno come sfondo l’isola di Creta.

La libreria il Voltapagina e La Voce delle Muse (lavocedellemuse.com) sono liete di presentare tre incontri nei quali andremo a raccontare alcune storie ambientate a Creta. I bambini guidati dai narratori potranno, nella misura in cui lo vorranno, partecipare alla costruzione e messa in scena delle storie narrate. Età minima: 6 anni

  • Sabato 5 ottobre. Dedalo, l’inventore della meraviglia

Dove si narra di come e perché Dedalo giunge a Creta e offre i suoi servigi al re Minosse.
Dove si narra di come Dedalo, dopo aver costruito il famoso e intricatissimo labirinto, deve fuggire dall’isola.
Dove si narra di come Dedalo forgia delle ali per sé e per suo figlio e assieme spiccano il volo verso la salvezza.

  • Sabato 12 ottobre. Teseo il giovane eroe di Atene

Dove si narra della nascita del mostruoso Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro e di come questo venga rinchiuso nel labirinto di Dedalo.
Dove si narra di come la città di Atene sia obbligata a mandare 14 giovani ogni anno a Creta per essere mangiati dal Minotauro.
Dove si narra di come Teseo si offra volontario per andare a sconfiggere il mostro.

  •  Sabato 19 ottobre. Teseo e il Minotauro

Dove si narra di come Arianna, la figlia del re di Creta, si innamora di Teseo e decide di aiutarlo.
Dove si narra di come Teseo entra nel labirinto e lotta con il Minotauro.
Dove si narra del ritorno a casa di Teseo e di suo padre Egeo che lo aspetta guardando dalla finestra.

 

 

Miti e Misteri, mostra al Museo d’arte di Lugano

Miti e Misteri, mostra al Museo d’arte di Lugano
Ritornando a casa di Arnold Böcklin

“Ritornando a casa” di Arnold Böcklin

Ieri sera sono stato all’inaugurazione della mostra “Miti e Misteri. Il simbolismo e gli artisti svizzeri”, mostra organizzata dal Museo Cantonale d’arte e dal Museo d’arte di Lugano e curata da Valentina Anker. Se avete occasione recatevi a vederla, ne vale la pena. Le due sedi museali mettono a disposizione una ricca scelta di quadri, di fotografia, di stampe, di sculture e di opere di autori elvetici che esplorano il mondo simbolico dei miti. Si possono ammirare le “Anime Deluse” di Hodler (meraviglia… quanto tempo passato osservando le somiglianze e le differenze dei cinque esseri umani seduti), la magnifica “Cleopatra morente” di Böcklin, il “Corpus domini” di Edoardo Berta con luci che sembrano quelle calde del Mendrisiotto e molte altre opere.

Mi rendo conto… descrivere a parole dei quadri suona strano. Proprio per questo vi invito a recarvi a Lugano e a farvi condurre nei vostri pensieri e nelle vostre immagini personali interiori davanti a queste immagini che altri esseri umani hanno tracciato prendendo spunto dai miti e dalle leggende antiche (l’ebreo errante, antiche battaglie, passaggi topici nella vita di tutti noi, come il matrimonio, la morte, le cerimonie religiose). Poco importa sapere di preciso le leggende che hanno ispirato i Maestri: le immagini, come spesso accade, parlano da sé, permettono di vagare tra i propri pensieri passando da un cavaliere alato che svetta sopra le nebbie vicino alla cima di una montagna alla speranza della vita che continua scorta nelle manine di una neonata. Guardare antiche foto della costruzione della prima scuola di Rudolph Steiner, o altre che ritraggono i “bala biott” sul Monte Verità mi ha riportato ad altri tempi, nei quali la ricerca di senso in quello che si faceva, nel modo di vivere la propria vita, era ben presente e guidava sogni e realtà tramite il contatto con il Mito. La ricerca di senso, la realtà psichica che si arricchisce grazie alle antiche storie mitologiche… si vive bene anche senza, ma tramite il contatto con queste realtà, e la mostra lo permette ampiamente, la vita si arricchisce in modo notevole. Tant’è che stanotte ho fatto molti sogni legati alle immagini viste, sogni arricchenti e piacevoli. E oggi gli occhi e il cuore sono ancora pieni di sensazioni e sentimenti sognanti. Auguro lo stesso anche a voi.

La Mostra è aperta fino al 15 gennaio 2014, nelle due sedi del Museo. Maggiori dettagli:

https://www.mdam.ch/esposizioni/presentazione.cfm?IdEsposizioni=2332

Il servizio del Quotidiano RSI

Andreas

Riveder le Stelle

Riveder le Stelle
Lucilla Giagnoni

Lucilla Giagnoni

Andrea Della Neve, una delle Muse, ha appena pubblicato il seguente articolo-recensione. Tenetevi pronti per il Festival di Arzo, ne vale la pena! Buona lettura!

Il Festival Internazionale di Narrazione di Arzo. Da alcuni anni, quattordici, v’è un paesino di montagna che con un’umiltà non descrivibile s’è consapevolmente messo a disposizione per dare il suo tangibile contributo a una delle più importanti missioni d’ogni uomo: seminare parole, racconti. Farli passare di bocca in bocca, condividerli, viverli, farli risuonare nelle viscere affinché si tramandino nei secoli.  Non c’è via più sicura di quella orale. Non v’è carta, incisione su pietra o terabyte aleggiante nei server che tenga: quel che di più importante è arrivato dai millenni che c’hanno preceduto sino alle nostre orecchie, sino ai nostri cuori desiderosi, sono racconti tramandati da persona a persona, da padre a bambino, da vita a vita, talmente potenti da sentirsi implodere quando ingabbiati dalla scrittura. È quella potenza a farli riecheggiare oggi. Ora.

Grazie alla passione dei suoi volontari, il Festival Internazionale di Narrazione di Arzo quest’anno ci sta regalando una trilogia che fa da ponte verso il festival stesso, che ci accompagna a sciogliere i ghiacci del recente lungo inverno sino al calore dei quattro giorni “di qui e d’altrove” che vivremo dal prossimo 29 agosto (www.festivaldinarrazione.ch).

La Trilogia della spiritualità, di e con Lucilla Giagnoni. Con un lavoro di ricerca durato undic’anni, Lucilla Giagnoni ha completato tre spettacoli che si distinguono per la sintonia tra il contenuto della narrazione e i luoghi scelti per presentarla. Ecco perché il primo spettacolo, “Big Bang”, un’indagine sugli inizi e sulla creazione che intreccia il linguaggio della scienza con quello della teologia e del teatro, è stato presentato lo scorso mese d’aprile nella Chiesa dei Cappuccini a Mendrisio.

A fine maggio abbiamo avuto l’occasione di vivere il secondo appuntamento, “Vergine Madre”, nella Chiesa di San Giuseppe a Ligornetto. Su quest’ultimo ci soffermiamo.

“Vergine Madre” Dicevamo in apertura di parole incantatorie che travalicano i secoli, eternamente ripetute come le preghiere. Così è per la Commedia di Dante. Lo spettacolo rievoca il percorso di salvezza per eccellenza, dal buio degli inferi alla luce delle stelle. Con la peculiarità che a narrar quei versi è una donna, “…perché più spesso sono le donne a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. Sheherazade si salva “raccontando”. E perché sicuramente l’anima ha una voce femminile”, dice la stessa Giagnoni. La quale, non può essere un caso, porta un nome tra i più luminosi.

“Vergine Madre” è uno spettacolo al termine del quale non si fanno i complimenti all’attrice.

La si ringrazia.

È un Grazie che sgorga spontaneo da quella parte di noi che ha l’esigenza di scoprire, conoscere, ritrovare. Quella parte che si rifiuta di “viver come bruti”.

Compito dell’artista è intuire e mostrare la via di fuga, la porta d’uscita dall’Inferno, la salvezza. Lucilla si rivela un’ottima traghettatrice per lo spettatore. Lo porterà attraverso la selva oscura ricordandogli che viaggiare non è soltanto contemplare paesaggi pittoreschi. Viaggiare è soprattutto fare incontri, incontri con persone che ti cambiano la vita. L’importante è non rimanere soli. “Guai a chi è solo, perché quando cade non ha nessuno che lo rialzi”.

Ogni pensiero espresso nello spettacolo meriterebbe un capitolo, un momento in cui ascoltarlo intimamente e scoprire come risuona dentro noi. Il viaggio allegorico di Dante ha più di 700 anni e…è attualissimo. Sin dal primo canto lascia intuire concetti di cui dobbiamo urgentemente riappropriarci: la capacità di chiedere aiuto (come fa Dante quando intravede Virgilio), l’importanza d’una guida, il riconoscimento dei limiti che anche le guide hanno e il fatto che devono avere una guida a loro volta. Nel nostro lavoro di educatori/accompagnatori, queste riflessioni riecheggiano prepotentemente.

Verso il Paradiso. “Per salire, bisogna prima scendere. Bisogna conoscere fino in fondo l’Inferno; solo chi l’ha attraversato, ce l’ha negli occhi, è tornato indietro e lo sa raccontare, può ritrovare la propria umanità”.

Dante è ai piedi del colle, ha da poco intuito la direzione da prendere per arrivare alla luce e la sua paura si quieta. Ma subito dopo una lonza, poi un leone ed una lupa gli si pareranno dinnanzi, inducendolo a rinunciare. Tre fiere, tre bestie feroci lo circondano.

L’attrice esorta una domanda: quali saranno le nostre tre fiere?

I suoi personali incontri all’Inferno sono con La Donna (Francesca, V canto), l’Uomo (Ulisse, XXVI canto), il Padre (Ugolino, XXXIII canto). Tutti all’Inferno per riconoscibili responsabilità, ed in egual modo meritevoli di pietà per la condizione di “prigionieri” patita nella vita terrena. Francesca, prigioniera di quella torre, prigioniera di un matrimonio che non voleva; soprattutto prigioniera di se stessa, dei suoi sensi. Ulisse, prigioniero di una guerra che non avrebbe voluto combattere (quella di Troia), prigioniero di donne che non avrebbe voluto amare (la Maga Circe, Calypso); prigioniero di se stesso, della propria smisurata ambizione. Infine Ugolino, prigioniero di fatto nella Torre dei Gualandi, oltre che prigioniero di se stesso, della sua sanguinaria tirannia. Da questi incontri la Giagnoni s’addentra nella complessa domanda del perché l’uomo tradisce, e azzarda una risposta: perché vuole conoscere la propria identità. Per fare questo deve separarsi dal Tutto, dalla pienezza dell’Essere; deve tradire Dio, il Tempo, il Mondo e la Natura.

Dopo aver incontrato la Donna, l’Uomo e il Padre, ecco che in Paradiso Lucilla completa il disegno di una famiglia, incontrando la Bambina (Piccarda, III canto) e la Madre (Vergine Madre, XXXIII canto). Di fronte allo stupore dantesco nella scoperta che anche il Paradiso è “diviso in cieli” e al sospetto che esistano di conseguenza livelli diversi di felicità, Piccarda ride. Sì, ride, perché in Paradiso tutti godono della Perfetta Felicità, una felicità intensissima, quella felicità che abbiamo già conosciuto…

…Per rievocarla occorre tornare bambini, piccoli piccoli, quando ci sembrava che i momenti di felicità fossero eterni, senza progetti, senza strategie, senza futuro… Felici, semplicemente perché “c’è la mamma!”, perché una sola cosa vogliono i bambini: l’Amore. E Piccarda è ancora una bambina. Una bambina che ha saputo uscire dall’Inferno, una bambina che ha saputo pregare. È a questo punto che l’attrice e drammaturga accosta a quelle di Dante le parole di Italo Calvino. La conclusione delle sue “Città Invisibili”, in cui spiega che vi sono due modi per uscire dall’Inferno. Uno facilissimo, che riesce a tutti: diventare Inferno. Adeguarsi all’Inferno fino a non riconoscerlo più e quindi non soffrirne. L’altro richiede cura e attenzioni quotidiane, ed è

“…Cercare e saper riconoscere
chi e cosa, in mezzo all’Inferno,
non è Inferno,
e farlo durare, e dargli spazio”
 

Questo per me è pregare”, dice l’attrice con gli occhi emozionati.

Ed è con una preghiera che finisce il Viaggio.

Una preghiera fatta alla figura umana più alta e più vicina a Dio.

Una figura che riscatta tutta l’umanità, che riesce, proprio perché donna, a trovare una soluzione possibile, a conciliare tutti gli opposti, a tenere insieme tutti i contrari: la Vergine Madre, figlia di suo figlio.

Una donna è Santa quando è vergine, poi è Santa quando è madre.

Lucilla suggerisce che tra queste due santità, c’è il bello della vita.

La Vergine Madre comprende anche questo. È Vita Vera, è Amore.

Quell’Amore che “…move il sole e l’altre stelle”.

(L’ultimo spettacolo della Trilogia, “Apocalisse”, aprirà la XIV edizione del Festival di narrazione giovedì 29 agosto, ore 21.30, alle cave di marmo di Arzo)

Andrea Della Neve

 

(Tratto da Semi di bene, Rivista illustrata della Svizzera italiana pubblicata dalla Fondazione OTAF, giugno 2013)