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Il tempo della nostalgia – Appesi alla luna – domenica 9 settembre 2018
Fidarsi o non fidarsi? – Appesi alla luna – lunedì 4 giugno 2018
Se ci si pensa, niente può essere senza fiducia, ma avere fiducia e nutrire la fiducia non è più così scontato. E allora è meglio fidarsi degli altri oppure meglio proteggersi da possibili delusioni? E quando le inevitabili delusioni arrivano, come cambiano il nostro approccio alla vita e al mondo? Come prendere il buono anche dai tradimenti della nostra fiducia?
Andreas Barella de La Voce delle Muse, racconterà la storia di Agamennone, il re dei re e del suo tradimento nei confronti della figlia Ifigenia (qui trovate il testo dell’episodio mitologico), oltre a parlare delle reazioni possibili al tradimento della fiducia e come cominciare a percorre la via del perdono, l’unica via che permette di ristabilire una fiducia costruttiva e adulta. Ospite in studio anche Nicoletta Todesco, psicologa del lavoro. Questa puntata è l’ultima prima delle vacanze estive. Arrivederci a settembre!
Prima parte della trasmissione. Seconda parte della trasmissione.
Tradimento della fiducia: Agamennone e Ifigenia
Nella puntata del 4 giugno 2018 di Appesi alla Luna, salotto serale di Rete Uno della Radio Svizzera italiana, Andreas Barella de La Voce delle Muse, ha raccontato il mito di Agamennone e Ifigenia, nell’ambito di una puntata sulla fiducia e sul tradimento della stessa. Qui trovate la trasmissione.
Nella regione dell’Aulide, in Grecia, l’esercito dei Greci, capitanato da Agamennone e Menelao è bloccato. Dovrebbe partire per Troia, dove Paride ha portato la bella Elena, sposa di Menelao, re di Sparta. Paride ha ricevuto Elena in premio da Afrodite per aver decretato che era la più bella tra lei stessa, Era e Atena. Afrodite gliel’ha consegnata, ma c’è il piccolo problema che Elena era già sposata con Menelao, e Paride rapisce la donna mentre è ospite del re di Sparta, infrangendo la sacra legge degli ospiti. Menelao e il fratello Agamennone, decidono di vendicare l’onore dei Greci e decidono di mettere assieme un grande esercito per andare a riprendersi la donna a Troia, patria di Paride, che è anche il figlio del re Priamo.
Ma, dicevamo, i Greci sono bloccati sulla spiaggia. Infatti il mare è misteriosamente divenuto burrascoso e la partenza delle navi è impossibile. Dato che non si sa come fare, Agamennone chiede all’indovino Calcante di rivelargli il responso degli Dei. Il responso è chiarissimo: la dea Artemide è infuriata con il re Agamennone per un’offesa recatale giorni prima durante una caccia, visto che il figlio di Atreo si era vantato di essere il più grande cacciatore della Terra e perfino dell’Olimpo. Menelao, fratello di Agamennone, lo ingiuria, visto che adesso la partenza è impossibilitata da ciò e che così la sua sposa sarà irraggiungibile a Troia. Agamennone replica a sua modo agli insulti, finché i due fratelli non incominciano a insultarsi riguardo alle loro posizioni politiche e ai loro domini della Grecia.
Clitennestra, moglie di Agamennone, prova a sedare la rissa, ma è inutile. Interviene sulla scena sempre l’indovino Calcante che ha in mente una nuova profezia: a causa dell’ira della dea Artemide, la quiete del mare dovrà essere pagata con un terribile sacrificio: quello della ragazza Ifigenia, la figlia minore di Agamennone dopo Elettra e Oreste. Clitennestra sviene dalla paura, mentre Agamennone riprende a litigare con Menelao, il quale gli suggerisce di non continuare le risse ma piuttosto di affrontare il problema chiamando i fidati Ulisse e Diomede, amici inseparabili. Costoro andranno a prelevare Ifigenia (ancora ignara di tutto) dal suo palazzo, con la scusa che deve partire per l’isola di Ftia dove l’attende il valoroso Achille, pronto a sposarla. Ifigenia tutta contenta si fa guidare da Diomede e Ulisse fino alla piazza della città, dove l’attende un sacerdote, pronto a compiere il sacrificio. Quando Ifigenia si accorge dell’amara realtà, cerca di svincolarsi, ma poi tremante si fa condurre all’altare, pronta a favorire il volere degli Dei. Agamennone non osa guardare e nemmeno Clitennestra, che lo maledice sottovoce e medita già la vendetta dopo il ritorno del re da Troia (che avverrà dopo ben dieci anni).
Dopo la morte della ragazza, sulla scena sopraggiunge Achille, il quale è stato avvertito dell’inganno mosso contro Ifigenia. Egli è irato per essere stato citato in quella situazione familiare e per di più si mette a insultare con violenza Agamennone, che ha osato uccidere sua figlia solo per andare a Troia per il potere. Agamennone lo maledice (ma la vera lite tra i due avverrà sulle spiagge di Troia, e sarà la cornice in cui si svolge l’Iliade, che si apre proprio con le parole “Cantami, o Diva, del pelide Achille / l’ira funesta…”) e poi si mette a discutere di nuovo furiosamente con Menelao. Achille esprime il suo dissenso e il suo odio fondato per la politica e per i politici e si allontana verso la sua nave. La lite tra i due continua finché tutti i greci non decidono finalmente di partire affranti per la perdita di Ifigenia per l’Oriente a Troia.
In un’altra versione, Artemide all’ultimo momento salva la ragazza sostituendola con una cerva bianca, che viene sacrificata al suo posto (vedi immagine di questo post). Ifigenia viene trasportata dalla dea nella Colchide, dove diviene una sacerdotessa del culto della dea armata di arco. Il fratello Oreste la incontrerà assieme a Pilade nel corso del suo viaggio iniziatico.
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Il talento è innato oppure è una conquista? – Appesi alla luna – lunedì 28 maggio 2018
Prima parte della trasmissione. Seconda parte della trasmissione.