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Il ritorno primaverile delle Muse

Il ritorno primaverile delle Muse

Buongiorno a tutte e tutti i nostri amici. Dopo un certo periodo di silenzio vi preannunciamo che La Voce delle Muse si prepara a tornare ad allietare grandi e piccini! Intanto abbiamo scelto, a grande richiesta, di abbandonare i soliti caldi lidi greci e di spostarci a nord, nelle brumose terre degli dèi nordici; andremo a esplorare i luoghi di Odino, Thor, e del malvagio Loki.

Or ora ci stiamo preparando e stiamo leggendo miti e leggende, fiabe e tradizioni locali. A primavera saremo pronti e con nuove forze ci presenteremo ai nostri piccoli ascoltatori nelle librerie della Svizzera italiana! A presto, piccoli eroi!

Un FOLLE progetto

Un FOLLE progetto

progetto Ligabue articolo di Andrea Della NeveIl festival internazionale di narrazione di Arzo partner del “Progetto Ligabue – Arte Marginalità Follia” di Andrea Della Neve (che è una delle mitiche Muse!)

Quando l’arte è urgente e salvifica. Eccoci di fronte a un esempio perfetto di come il teatro e ogni altra opera d’arte dovrebbero sempre nascere: da un’esigenza, un’emergenza, un’urgenza personale ed intima dell’artista. In questo caso l’artista è Mario Perrotta, narratore leccese classe 1970, e l’opera d’arte destinata a superare chi l’ha concepita è un progetto di ampio respiro, su tre anni, volto a ridare dignità a un pittore svizzero-reggiano vissuto ai margini della società in compagnia del suo lacerante bisogno d’amore.

L’incontro. Mario Perrotta s’imbatte nella figura di Antonio Ligabue un paio d’anni fa, durante una lunga tournée che fa scalo a Gualtieri, mentre nella vita privata sta percorrendo una “tournée” ancor più lunga: quella dell’adozione internazionale. In quel momento l’unica cosa data di sapere sul suo futuro figlio era che sarebbe arrivato dal Centrafrica. Con conseguenti logiche riflessioni su quanto ne consegue a livello di “diversità”: per molti una ricchezza, per tanti un problema. Quando Mario arriva nel paese di Antonio e ne incontra la storia, è cortocircuito: è quello il nucleo da indagare per risolvere il suo presente.

Antonio Ligabue. Antonio Ligabue nasce a Zurigo il 18 dicembre del 1899. Da adulto si convince che se fosse nato tredici giorni dopo, il 1° gennaio 1900, con il “vento nuovo” la sua vita sarebbe stata giusta. E invece. Un’infanzia dapprima difficile, poi tragica, destinata a segnare irrimediabilmente gli anni della maturità. Figlio di una ragazza madre del Bellunese, è adottato da tal Bonfiglio Laccabue, originario di Reggio Emilia, che gli dà il cognome (poi cambiato, nel 1942, in Ligabue). Presto orfano della madre e di ben tre fratellastri tutti morti in circostanze poco chiare, viene affidato a una famiglia svizzera con cui, poco più che ragazzo, litigherà furiosamente fino a farsi espellere dal paese, non senza aver conosciuto la reclusione in una clinica psichiatrica, il primo ricovero di una lunga serie. Ha quasi vent’anni (è il 1919) quando da Chiasso abbandona la Svizzera per raggiungere Gualtieri, paese del Reggiano dove era nato e aveva vissuto a lungo il padre adottivo. Senza conoscere l’italiano, è costretto a vivere del lavoro occasionale nei campi e della carità dell’ospizio comunale. Nel 1920 comincia a dipingere tele audaci e coloratissime: paesaggi della Bassa con campanili svizzeri sullo sfondo, molti autoritratti in cui il suo sguardo “buca” la tela, tantissimi animali, tigri, volpi, aquile e cavalli imbizzarriti. Nei quarant’anni successivi, tra un ricovero e l’altro nei manicomi emiliani, vive in un bosco, un po’ perché la comunità di Gualtieri ve lo mandava emarginandolo, un po’ per scelta sua. Dipinge a tempo pieno senza fini di lucro, baratta le sue opere per una minestra o per un oggetto che necessita.
Dal ’48 mercanti e critici cominciano ad accorgersi di lui, ma è solo nel ’57 che un servizio fotogiornalistico del quotidiano “Il Resto del Carlino” ne fa un personaggio conosciuto in tutta Italia. Nel 1961 è allestita la prima personale a lui dedicata, alla Galleria La Barcaccia di Roma. Ligabue da quel giorno è il più autorevole rappresentante del movimento pittorico naïf del Novecento italiano, anche se riuscire a incasellarlo in un genere pittorico è esercizio quantomeno bizzarro. Un incidente motociclistico e una paresi che gliene deriva rallentano la sua attività negli anni successivi. El matt, come tutti lo chiamavano, come pure Al todesc, a causa della sua origine svizzera e per la lingua che conosceva meglio dell’italiano, muore a Gualtieri nel 1965.

Il progetto Ligabue. Così nasce il “progetto Ligabue”, dall’intima necessità di Mario Perrotta a indagare i temi della diversità, della follia, della creatività che ne deriva e che in modo così intenso sono racchiusi nella figura dell’uomo e dell’artista Antonio Ligabue. Il progetto si sviluppa in tre fasi di carattere multidisciplinare che promuovono lo scambio tra realtà diverse, coinvolgendo artisti di differente provenienza linguistica e geografica.
Perrotta presenta il progetto così: “Indagare Ligabue significa indagare il rapporto di una comunità con lo “scemo del paese”, da tutti temuto e tenuto a margine, ma significa anche accettare lo spostamento che provoca una nuova visione delle cose, una visione “folle”, che mette a rischio gli equilibri di chi osserva, costringendolo a porsi la classica domanda: chi è il pazzo? (…) Stare al margine è condizione disumana ma è anche angolo privilegiato di osservazione. Essere pazzo ti posiziona fuori, ma se dipingi con quella forza, forse sono gli altri che sono dentro. E nonostante questa consapevolezza, soffrire come un cane la mancanza d’amore”.

Prima fase: l’Uomo. Nel giugno del 2013 ha debuttato il monologo “Un bès – Antonio Ligabue”, in cui Perrotta diventa letteralmente Ligabue. Antonio il diverso, il pazzo, il genio, lo straniero, il reietto. Antonio l’Uomo. Alla disperata ricerca di un po’ d’affetto, di contatto, di… “un bès”.
L’artista Perrotta sceglie di mettere il focus sul bacio mancato, mai dato, mai ricevuto. Neanche uno. Mai. Riusciamo a immaginare come sarebbe il nostro presente senza neppure un bacio nel passato? Perrotta prova a vivere quest’assurdo strappo e quell’esistenza ai margini, costantemente etichettato come “lo scemo del paese”. Uno “scemo” che dipingendo bestie rimandava alla sua visione del mondo e al rapporto fondamentale che esiste tra gli esseri umani, di violenza, di sottomissione al potere, ricordando che gli appartenenti alla nostra specie sono tra i pochi in natura a non far prevalere l’interesse collettivo su quello individuale.
“Mi attrae e mi spiazza la coscienza che aveva di essere un rifiuto dell’umanità e, al contempo, un artista, perché questo doppio sentire gli lacerava l’anima: l’artista sapeva di meritarlo un bacio, ma il pazzo, intanto, lo elemosinava.”
Mario Perrotta ha una relazione carnale col pubblico, si respira insieme, platea e palcoscenico diventano un corpo unico. Per questo vale la pena essere tra quel pubblico: si ha l’occasione di vivere uno di quegli speciali momenti in cui l’arte si discosta dall’autocelebrazione ed entra dritta dritta a scaldare il cuore delle persone. Il prestigioso Premio Ubu 2013 (l’Oscar del teatro italiano) come migliore attore dell’anno è arrivato quasi inevitabile, a suggellare tanta generosità umana.
Vicino a noi potremo vivere lo spettacoloUn bèsla sera del 7 novembre 2014, al Teatro dell’OSC di Mendrisio.

Seconda fase: il Pittore. Dalla scorsa primavera è sbocciato il secondo spettacolo dedicato ad Antonio Ligabue, “Pitùr”.
Perrotta avrebbe potuto replicare la formula di “Un bès”, invece si è messo in disparte e ha lasciato agire un gruppo di giovani attori-autori che con i loro corpi hanno “pennellato” quel che della vita e delle opere di Ligabue risuonava in loro. Uno spettacolo corale in cui vengono danzate le tele di Antonio, la sua arte, i suoi paesaggi, le sue figure, gli abbandoni vissuti e lo struggente desiderio di contatto fisico.
Sette appassionati attori vestiti di bianco come tele pronte per essere dipinte e un Mario Perrotta a cui, pur defilato,  bastano una manciata di minuti per imprimere emozioni sottopelle commuovendoci con quel “Mi strappo la faccia”…

Terza fase: i Luoghi. L’ultima fase del progetto metterà a tema i luoghi di Ligabue, il rapporto tra il suo paesaggio interiore, la Svizzera mitica della sua infanzia, e quello esteriore, la pianura padana con il grande fiume Po. Nel corso della primavera 2015 il paese di Gualtieri verrà fisicamente occupato da attori, musicisti, danzatori, video-makers, artisti figurativi, partendo dalla piazza e invadendo tutto il territorio intorno al fiume, con tre possibili percorsi per avere prospettive costantemente ribaltate. Gualtieri occupata con ogni forma d’arte proprio per rompere i confini tra le arti, e metaforicamente frantumare confini d’ogni sorta, da quelli territoriali a quelli mentali.

Ulteriori approfondimenti: http://www.progettoligabue.it

Un consiglio. Oltre ad agendare “Un bès” il 7 novembre 2014, regalatevi una trasferta al museo Ligabue di Gualtieri, e chiedete del custode Luca Torrelli: il viscerale racconto spontaneo che vi farà vivere varrà da solo la fatica del viaggio!

http://www.museoligabue.it
http://www.comune.gualtieri.re.it/index.php/musei

Andrea Della Neve

Estasi – Quando Dioniso Giunse a Tebe – Rappresentazioni 2014

Estasi – Quando Dioniso Giunse a Tebe – Rappresentazioni 2014

Dioniso con broccaBen ritrovate e Ben ritrovati care e cari amanti della mitologia! Buon 2014 all’insegna dei miti e della ricerca personale che di mitologia si nutre! È con sommo piacere che vi annunciamo il ritorno del DIO DIONISO!

La Voce delle Muse è lieta di presentare il suo “ESTASI – QUANDO DIONISO GIUNSE A TEBE” Cena greca con spettacolo teatrale in versione 2014! Saremo al Ristorante la Meridiana da Stella sabato 15 febbraio e all’Osteria del Teatro di Banco il 1 marzo. EVVIVA! Venite a vederci e a gustare i preziosi manicaretti preparati dagli Chef dei due ristoranti.

Come forse saprete la serata è organizzata così: le portate di cibi si mischiano con gli accadimenti teatrali per creare una sinfonia di gusti e significati, tutti imperniati sulla GRECIA: cibi e significati mitologici che si alternano per divertirvi e farvi sognare.

NON MANCATE! PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Ecco il Programma serata Dioniso alla Meridiana 2014
Ed ecco il Programma di Banco Programma serata Dioniso al Teatro di Banco 2014
Qua la pagina dedicata interamente all’evento, con foto, trailer e maggiori informazioni.

Pinocchio, il pescatore verde e altri personaggi dimenticati

Pinocchio, il pescatore verde e altri personaggi dimenticati

Pinocchio da colorareBuongiorno bambini! Le Muse tornano a Lugano… ormai nostra seconda Patria!! Alla Libreria Voltapagina siamo di casa! Di cosa narreremo questa volta?

In collaborazione con la Libreria VOLTAPAGINA e con la rassegna IL CINEMA DEI RAGAZZI www.ilcinemadeiragazzi.ch vi proponiamo il laboratorio

PINOCCHIO, IL PESCATORE VERDE E ALTRI PERSONAGGI DIMENTICATI. Sabato 30 novembre 2013 alle 9.30 e alle 11.30

Qua trovate la locandina completa.

Domenica 1 dicembre alle 15.00 al cinema Iride verrà proiettato, a cura de “Il Cinema dei Ragazzi”, il film d’animazione Pinocchio di Enzo D’Alò.

Prenotazione obbligatoria telefonando alla LIBRERIA IL VOLTAPAGINA: 091 924 06 60.

Ulisse è tornato alla Libreria al Ponte

Ulisse è tornato alla Libreria al Ponte
L'aedo e il guerriero son pronti a cominciare il racconto del ritorno di Ulisse

L’aedo e il guerriero son pronti a cominciare il racconto del ritorno di Ulisse

Solo due righe per ringraziare i nostri fedeli e attenti ascoltatori piccini picciò! Stamattina, seppur con la concorrenza delle porte aperte all’ospedale della Beata Vergine abbiamo contato un numeroso pubblico ad ascoltare “Il Ritorno a Itaca di Ulisse”. E COMPLIMENTI alle ragazze e ai ragazzi presenti: ci hanno aiutato a fare un piccolo “riassunto delle puntate precedenti” svolte in primavera e si ricordavano tutto: Circe e le sue magie, le sirene e la loro musica, Scilla e Cariddi, Polifemo e la sua famosa “Nessuno mi uccide!”, la guerra sanguinosa e il cavallo di legno, Nausicaa (con due aa alla fine, perchè quando passava tutti dicevano: aaaaaa che bella!)  e Alcinoo (con due oo alla fine perché, essendo il padre di Nausiacaa, quando passava tutti dicevano: ooo che bello pure lui!). E poi via… con il ritorno sull’isola tanto amata, Eumeo guardiano di porci, Telemaco e i suoi viaggi, Penelope e la sua tela, il mendicante e il cane Argo, la gara con l’arco… Grazie alla Libreria al Ponte per l’accoglienza e arrivederci a gennaio 2014 con ERCOLE, L’UOMO PIÙ FORTE DEL MONDO!

Ulisse tende l'arco davanti ai meravigliati e tracotanti Proci!

Ulisse tende l’arco davanti ai meravigliati e tracotanti Proci!