Author Archives: Musa

Come narravano gli antichi rapsodi? E quelli moderni?

Come narravano gli antichi rapsodi? E quelli moderni?

Il rapsodo canta, lo spettatore ascolta e piangeLeggendo il libro L’arte di ricordare tutto di Joshua Foer (libro che parla di tutt’altro, in realtà!), mi sono imbattuto nella seguente notizia che mi ha fatto pensare e che voglio condividere con voi visto che ha a che fare con il nostro lavoro di narratori di miti. I rapsodi balcanici odierni (e probabilmente anche i loro predecessori omerici) non trasmettono di bardo in bardo, di generazione in generazione, i testi che narrano oralmente. Comunicano soltanto una serie di regole e di vincoli che consentono al rapsodo di ricostruire il poema ogni volta che lo recita. Le storie, i miti, quindi non vengono mai narrati in maniera esattamente uguale, ma sempre in modo leggermente diverso. Interessante notare però, che quando si chiede ai bardi balcanici se riproducono con fedeltà quanto tramandato dalla tradizione, la risposta è sempre la stessa: “Certo, io tramando lo stesso canto, parola per parola, verso per verso.” Mettendo a confronto le registrazioni di due performances, però si scopre che le differenze, come naturale, ci sono. Le parole non sono le stesse, i versi cambiano di posto, certi brani vengono saltati, altri aggiunti.

E quindi? Quindi possiamo affermare che i narratori orali non riconoscono il concetto di ripetizione letterale.  La variabilità, caratteristica insita nella poesia delle tradizioni orali, consente al bardo di adattare il materiale al pubblico presente e permette l’emergere di nuove versioni più facili da ricordare. Le digressioni non pertinenti vengono tralasciate, le parole troppo lunghe o troppo rare evitate. E, nonostante questo, il mito narrato viene considerato dai rapsodi come fedele a se stesso e all’arte poetica. Cosa vuol dire per noi appassionati di mitologia e narratori orali di queste antiche storie? Vuol forse dire che la letteralità dei testi non è tutto (come sa bene chiunque abbia narrato una storia… anche se poi ci sono dei pezzi di miti che vanno raccontati sempre allo stesso modo, come per esempio la scena di Odisseo e il Ciclope e il gioco con il nome Nessuno), che il rapporto con il pubblico che ascolta è parte integrante del mito narrato, che il mito ci viene consegnato da chi lo ha narrato prima di noi ma che non è definitivo, che va di nuovo fatto vivere e crescere per permettergli di far danzare la psiche degli ascoltatori (e dei narratori… mica che quando narriamo rimaniamo indifferenti… il mito lavora anche su di noi!). Potremmo affermare che il mito viene passato di mano in “versione archetipica” e che il narratore lo deve declinare in “versione costellata sulla terra”, vale a dire che lo deve adattare alle condizioni particolari in cui lo narra. Devo dire che queste cose mi riempiono di gioia e anche mi angosciano un po’: siamo in grado di raccogliere la sfida di far di nuovo danzare le storie mitologiche nella vita delle persone? E seguendo quali regole e vincoli? In che modo abbiamo ricevuto queste storie da chi ci ha preceduto? Come le possiamo “sviluppare” lasciandole fedeli a loro stesse, ai secoli e alle esigenze psichiche che le hanno forgiate?

Una risposta interessante viene da una lettura particolare del significato di “memoria”. La memoria, dice Foer nel suo libro, è un procedimento che utilizza soprattutto la fantasia. L’apprendimento, la memoria e la creatività sono, di fatto, il medesimo processo seppur orientato a scopi diversi. L’arte e la scienza della memoria sono il potenziamento della capacità di creare rapidamente immagini in grado di collegare le idee più disparate. La creatività è l’abilità di formare connessioni analoghe tra immagini differenti per creare qualcosa di nuovo e proiettarlo nel futuro perché diventi una poesia, un palazzo, un ballo, un romanzo. In un certo senso, la creatività è la memoria del futuro. Se l’essenza della memoria è creare legami tra idee e fatti eterogenei, maggiore è la facilità con cui una persona crea associazioni e più numerosi sono i fatti e le idee che ha a disposizione, più è probabile che sviluppi nuovi pensieri. D’altra parte Mnemosine, dea della memoria, è la Madre di tutte le Muse! Per questo è importante continuare a leggere di Miti, a collegarli uno con l’altro, a raccontarli alle platee più disparate, di adulti, di bambini, di persone pronte a mettersi in discussione e a crescere. E proprio questo continueremo a fare!

Andreas

(Pensieri sviluppati leggendo il libro di Joshua Foer, L’arte di ricordare tutto, Longanesi. Alcuni passaggi sono presi pari pari dal libro.Il post è dedicato ad Andrea Della Neve e alle nostre discussioni su questi argomenti! 🙂 )

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse

Estasi – Quando Dioniso Giunse a Tebe – Rappresentazioni 2014

Estasi – Quando Dioniso Giunse a Tebe – Rappresentazioni 2014

Dioniso con broccaBen ritrovate e Ben ritrovati care e cari amanti della mitologia! Buon 2014 all’insegna dei miti e della ricerca personale che di mitologia si nutre! È con sommo piacere che vi annunciamo il ritorno del DIO DIONISO!

La Voce delle Muse è lieta di presentare il suo “ESTASI – QUANDO DIONISO GIUNSE A TEBE” Cena greca con spettacolo teatrale in versione 2014! Saremo al Ristorante la Meridiana da Stella sabato 15 febbraio e all’Osteria del Teatro di Banco il 1 marzo. EVVIVA! Venite a vederci e a gustare i preziosi manicaretti preparati dagli Chef dei due ristoranti.

Come forse saprete la serata è organizzata così: le portate di cibi si mischiano con gli accadimenti teatrali per creare una sinfonia di gusti e significati, tutti imperniati sulla GRECIA: cibi e significati mitologici che si alternano per divertirvi e farvi sognare.

NON MANCATE! PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Ecco il Programma serata Dioniso alla Meridiana 2014
Ed ecco il Programma di Banco Programma serata Dioniso al Teatro di Banco 2014
Qua la pagina dedicata interamente all’evento, con foto, trailer e maggiori informazioni.

Il Viaggio di Annibale

Il Viaggio di Annibale

Il viaggio di AnnibalePARTE 1 – Sto leggendo il libro di Paolo Rumiz, Annibale – Un Viaggio, edito da Feltrinelli. Si tratta del resoconto del viaggio del giornalista e scrittore Paolo Rumiz, sulle tracce del passaggio di Annibale da Cartagine, alla Spagna, alle Alpi, all’Italia, alla Tunisia, all’Armenia. Un viaggio affascinante, narrato con stile giornalistico “all’americana” (con i nomi delle guide e dei ristoratori), e che riesce a coinvolgere nella passione per la ricerca mitologica, più che storica. Poco importa, dice Rumiz, se Annibale sia passato da questo passo alpino piuttosto che da quell’altro: quello che conta sono le tracce che ha lasciato nelle vallate e nelle storie degli uomini. E di quello che sembra essere alla ricerca l’autore: di un motivo ricorrente che ha fatto di Annibale, vituperato e cancellato dalla storia romana, un personaggio archetipico. Ma qual è questo archetipo? Chi incarna Annibale per noi esseri umani del ventunesimo secolo? Nel libro, e nella nostra interiorità la risposta! 🙂

PARTE 2 – Ho terminato la lettura del libro si Paolo Rumiz su Annibale. Ve lo consiglio caldamente! Intanto vien voglia di partire per un viaggio, dopo la lettura. Non un viaggio da agenzia, ma un viaggio lento, meglio ancora a piedi, fuori dalle vie di comunicazione, su per sentieri e strade abbandonate, alla ricerca non di vecchi sassi ma di miti vissuti (o costruitisi nel passato) e che ancora comunicano qualcosa alla nostra psiche. “Nell’arena non c’è nessuno oltre a noi. Fruscio di passeri nella sterpaglia, passerelle, voragini che si aprono sugli inferi dei gladiatori e delle belve. Il moncone sud dell’anfiteatro che si staglia nel cielo bianco come il teschio di un bisonte. Questo non è il colosseo, infestato di orde in bermuda. Tutto è infinitamente più misterioso, come sulla Trebbia o a Canne. Dove è passato Annibale la magia resta, e la peste dei non luoghi non attecchisce. C’è un’energia primordiale che percepiamo ovunque.” (pagina 126). Un antico anfiteatro si trasforma da un insieme di rocce abbandonate in un luogo ricco di significato solo se vi associamo il vissuto che stiamo cercando, il mito che ci spinge a cercare quello che ci serve.

Rumiz a pagina 12 racconta di come un compagno di viaggio sulle Alpi, mentre sono alla ricerca del passo alpino attraverso il quale Annibale ha raggiunto l’Italia, rimette nello zaino le guide e le cartine e ne estrae le Storie di Polibio, di cui legge ad alta voce un estratto. “È cambiato tutto. La lettura ci inonda, ci apre i pori della pelle, svela l’energia del luogo. Il Libro, ecco la chiave. Il Libro venuto dal tempo. Improvvisamente le nostre guide, i nostri Baedeker perdono significato. Non importa nulla sapere della quota o dei bivi dei sentieri. Conta solo l’evento narrato e l’immaginario che si scatena in noi”. Proprio così, un viaggio reale ma alla ricerca di un luogo vero per la psiche non di una montagna in particolare. Poi però, anche la guida del mito può chiuderti gli occhi, impedirti di vedere la realtà in cui vivi e in cui il mito si cristallizza momentaneamente, per te e per la tua esperienza di vita. Ed ecco che anche Rumiz decide di tornare a guardare il mondo con gli occhi reali, i suoi, attraverso i quali il mito, Annibale, torna nel mondo. “Prendo l’unica decisione possibile: consumare un distacco dal libro. Temporaneo, almeno. Chiudo Polibio, chiudo Livio, li metto in fondo al sacco e subito mi sento più leggero. I pori della pelle respirano, assetati di meraviglie.” (pagina 65) Verità psichica e realtà terrena: è quando le due si uniscono che la sorpresa e la meraviglia fanno capolino nella ricerca.

PARTE 3 – E poi, ad un certo punto, il mito si fa incerto, sfuggente, va in qualche modo inventato. “Ormai Tito Livio e Polibio non ci fanno più da guide, e il nostro viaggio continua a tentoni” (pagina 167). È l’affrancamento dai maestri, il lasciarsi guidare e stupire dal personaggio, dal mito, che ormai è divenuto parte di noi, e a cui noi diamo vita.

E alla fine, scoperto quello che rimane della tomba di Annibale, un monumento voluto da Atatürk , il padre della moderna Turchia, nel 1934, Rumiz si ritrova “pieno di una forza visionaria enorme” dove la realtà assume “un senso nuovo e invisibile… Certo, non ho trovato le sue ceneri, ma il suo mito sì, ed è questo quello che conta” (pagina 184).

E il mito di Annibale, che spesso si confonde con quello di Ercole, riempie di meraviglia e stupore per la sua ricchezza e per il suo mistero che vien voglia di esplorare personalmente. Al lavoro!

Un’ultima chicca dal libro di Rumiz, che mi ha fatto piacere rileggere: la definizione di OZIO. “Ah, otium, nobilissima parola! Ma dove sta scritto che l’ozio è dei fannulloni? In latino vuol dire un’altra cosa: “tempo libero utilmente impiegato” in studio, giardinaggio, camminate. È la più sublime delle attività umane. Se così non fosse, il lavoro quotidiano non si chiamerebbe negotium, degradazione (o negazione) dell’ozio” (Paolo Rumiz, Annibale. Un Viaggio, Feltrinelli 2008, pagina 135). Lo scrivo così me lo ricordo quando mi faccio sopraffare dalle attività quotidiane! 🙂

Andreas Barella

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse

Grazie mille Libreria Voltapagina

Grazie mille Libreria Voltapagina
Un po' di Muse con le MITICHE Libraie del Voltapagina

Un po’ di Muse con le MITICHE Libraie del Voltapagina

… e anche per questo 2013 le Muse hanno portato a termine i loro impegni di narrazione nelle librerie. L’ultima “performance” si è tenuta alla Libreria il Voltapagina di Lugano. GRAZIE MILLE CARE LIBRAIE! Il lavoro con voi è sempre interessante, divertente e proficuo! Arrivederci all’anno prossimo!

LE MUSE

Pinocchio, il pescatore verde e altri personaggi dimenticati

Pinocchio, il pescatore verde e altri personaggi dimenticati

Pinocchio da colorareBuongiorno bambini! Le Muse tornano a Lugano… ormai nostra seconda Patria!! Alla Libreria Voltapagina siamo di casa! Di cosa narreremo questa volta?

In collaborazione con la Libreria VOLTAPAGINA e con la rassegna IL CINEMA DEI RAGAZZI www.ilcinemadeiragazzi.ch vi proponiamo il laboratorio

PINOCCHIO, IL PESCATORE VERDE E ALTRI PERSONAGGI DIMENTICATI. Sabato 30 novembre 2013 alle 9.30 e alle 11.30

Qua trovate la locandina completa.

Domenica 1 dicembre alle 15.00 al cinema Iride verrà proiettato, a cura de “Il Cinema dei Ragazzi”, il film d’animazione Pinocchio di Enzo D’Alò.

Prenotazione obbligatoria telefonando alla LIBRERIA IL VOLTAPAGINA: 091 924 06 60.