Author Archives: Musa

Recensione: Eracle – L’eroe più popolare

Recensione: Eracle – L’eroe più popolare

“Dice un proverbio antico, diffuso tra i mortali, che il bilancio di una vita, se sia misera o felice, si può fare soltanto quando è ormai finita.” (Sofocle, Trachinie, vv. 1-3)

Dal risvolto di copertina: “Non legato a una città o a una stirpe, Eracle (divenuto Hercules nel pantheon romano) è in verità l’unico “eroe nazionale” dei Greci, il più popolare, il più raffigurato, il protagonista di miti innumerevoli. Dotato di una forza e di un coraggio eccezionali, va in giro da cittadino del mondo a liberare la terra dai mostri e gli uomini dalla soggezione a essi, a sterminare gli animali che devastano il territorio dell’uomo, a eliminare malfattori, sacrileghi, tracotanti, a ristabilire la giustizia violata. È un benefattore e un civilizzatore (si deve a lui l’istituzione delle Olimpiadi), ma è anche violento, distruttivo, portato all’eccesso e alla dismisura. Conosce anche le cocenti sconfitte, l’ingiusta persecuzione della dea Hera nei suoi confronti, l’abisso del dolore nel momento in cui uccide senza volerlo la moglie e i figli. La compresenza, anche varia e discorde, di tanti aspetti dell’esistenza umana trova il suo sigillo positivo nell’assunzione tra gli dèi dell’Olimpo, un destino a lui riservato, unico fra gli eroi..”

Dall’introduzione di Giulio Guidorizzi: “Eracle incarna alcuni valori fondamentali della società aristocratica più antica: il coraggio intrepido, la forza smisurata, la lealtà verso gli amici, la spietatezza verso i nemici, il rispetto delle leggi dell’onore. C’è un Eracle primitivo, tutto forza e ardimento, guerriero; un Eracle sofferente (raffigurato, tra l’altro, da Euripede), più aperto a valori umani; un Eracle civilizzato, che esprime la prospettiva di una società evoluta.”

Oltre alla narrazione del mito, il volume contiene anche approfondimenti sulla sua fortuna nel corso dei secoli, in tutte le forme artistiche: letteratura (con una ricca antologia di testi classici sul mito), pittura, teatro, cinema. Inoltre vi è una tavola genealogica, e un ricco apparato bibliografico e sitografico. Il volume su Eracle è curato da Salvatore Nicosia, professore emerito di Lingua e Letteratura greca presso l’università di Palermo. Qui gli ultimi volumi pubblicati.

L’intera collana di trenta volumi è a cura di Giulio Guidorizzi. Guidorizzi è grecista, traduttore, studioso di mitologia classica e antropologia del mondo antico. Ha scritto numerosi libri sulla mitologia. Noi vi consigliamo, per iniziare, il suo bellissimo Il mito greco (in due volumi, usciti nel 2009 e nel 2012). Qui una lista di suoi volumi sul mito greco.

Il racconto del mito di Eracle.
Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè

Eva Cantarella: due belle trasmissioni di RETE DUE della Radio svizzera italiana

Eva Cantarella: due belle trasmissioni di RETE DUE della Radio svizzera italiana

Qualche giorno fa (il 9 novembre 2020) la Rete Due della radio svizzera italiana ha (ri)mandato in onda due puntate di “Laser” a cura di Michela Daghini con al centro Eva Cantarella. Ve le segnaliamo, val la pena ascoltarle!

Eva Cantarella è la più autorevole antichista italiana. Attraverso i suoi saggi, le lezioni, le conferenze, coinvolge chi la segue raccontando il mondo classico con sguardo moderno e appassionante. Il suo stile è tanto avvincente che conquista pubblico di tutte le età, a partire dai liceali che studiano sui suoi manuali. Eva Cantarella si è laureata in Giurisprudenza nel 1960 all’Università di Milano. Ha compiuto la formazione postuniversitaria negli Stati Uniti all’Università di Berkeley e in Germania all’Università di Heidelberg. Ha svolto attività didattica e di ricerca per anni anche alla New York University, ed è stata professore ordinario di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, dove ha insegnato anche Diritto greco. Ha pubblicato numerosi saggi sul diritto e su aspetti sociali del mondo greco e romano. Da poco vedova di Guido Martinotti – rinomato maestro della sociologia urbana, scomparso improvvisamente a Parigi nel dicembre scorso – Eva Cantarella vive a Milano, dove studia e lavora. Nel tempo libero si interessa di teatro, di cinema, di politica, di società. Ha due amati gatti che porta sempre con sé. Abbiamo incontrato la studiosa a Milano per questo doppio Laser.

Clicca per andare sul sito RSI e ascoltare la trasmissione.
Qua trovate i libri più recenti di Eva Cantarella.

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè

Venerdì 4 dicembre, 20.30 – Pop Economix a… casa tua!

Venerdì 4 dicembre, 20.30 – Pop Economix a… casa tua!

Cari amiche e amici delle Muse, il nostro Andrea Della Neve è in tournee con il bellissimo e interessantissimo spettacolo POP ECONOMIX LIVE SHOW! Questa settimana andrà in scena… virtualmente. Leggete il suo messaggio e PARTECIPATE NUMEROSI ONLINE!

Il prossimo 4 dicembre “Pop Economix Live Show” avrebbe dovuto andare in scena a Friborgo, ospite del festival “Hasard”, organizzato dagli artisti di Xocolat. Gli stessi eroici organizzatori non si sono arresi alla pandemia, trasformando il festival in un originale progetto in live streaming.

Originale?” vi direte, “di questi tempi moltissime arti performative vengono dirottate sullo streaming“.

Già. La differenza è che questi pazzi si sono inventati una modalità che permetterà al pubblico di interagire in maniere diverse a dipendenza degli spettacoli a cui si vorrà assistere!

Per accedere agli spettacoli, lo spettatore dovrà prenotare un posto registrandosi su

https://www.xocolat.org/teatrovirtual

Sarete invitati a fare una donazione, come “cappello virtuale”, e di seguito riceverete un link privato che vi permetterà di assistere allo spettacolo o agli spettacoli scelti. Prima di ogni spettacolo, un accomodatore accoglierà il pubblico e lo guiderà attraverso le procedure tecniche dello spettacolo, le possibilità di scambio tra il pubblico connesso e la maniera migliore per godere della performance.

Mi dilungo un attimo perché il tema del “teatro in streaming” è spinoso, ci sta a cuore e…con quelle spine ce lo fa pure sanguinare il cuore. Va da sé che il teatro è un’arte di carne, ossa, pelle, sudore, anima: va vissuta dal vivo. Va anche da sé che questi sono tempi straordinari.

La sperimentazione artistica del progetto Pop Economix è quella di far confluire tanti linguaggi diversi: insieme al teatro e ai 3 spettacoli su economia, ecologia ed etica, abbiamo creato due fumetti, un blog, un magazine, un podcast e una app legata all’economia circolare. Ora sperimentiamo il live streaming, consapevoli che da un lato riduciamo l’impatto emotivo che gli spettacoli possono avere, dall’altro creiamo un’occasione particolare di arrivare anche a un pubblico che di solito non frequenta i teatri, portando il nostro messaggio al maggior numero di persone possibili.

Crediamo che il teatro può anche essere UTILE, utile a costruire delle visioni per il futuro, utile per capire dei temi della contemporaneità che sempre più si stanno facendo stringenti, importanti, e che faranno la differenza nei prossimi vent’anni.

Per essere utili è necessario mettersi in dialogo, per questo vi invito ad agendarvi gli spettacoli che preferite di questo eroico festival (chiamato “Hasard” in tempi non sospetti!!) e riservare presto quel che desiderate: per mantenere la componente interattiva, ci sarà un massimo di 100 spettatori a spettacolo.

Credo che il nostro Pop Economix Live Show possa essere una bella esperienza per chi lo ha già visto dal vivo e ha potuto saggiarne la densità dei contenuti; il live streaming permetterà di approfondire e riscoprire dei concetti che avevano solo sfiorato;

per chi non lo ha mai visto, chiedo di viverlo come se fosse un “trailer” di quel che può essere dal vivo: guardatelo, promuovetelo nelle vostre comunità, nelle vostre aziende, nelle vostre scuole. Con il vostro aiuto, il nuovo anno saprà soddisfare il desiderio e l’urgenza di riportare questi messaggi occhi negli occhi alle persone.

Grazie a tutti,

Andrea Della Neve

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè

Recensione: UNO PIÙ UNO FA UNO di Valentina Casadei

Recensione: UNO PIÙ UNO FA UNO di Valentina Casadei

Valentina Casadei ha uno spirito artistico, basta scorrere il suo curriculum vitae per rendersene conto: laureata al DAMS di Bologna in storia del cinema, si specializza all’Eicar di Parigi con un Master in sceneggiatura e regia. Le piace raccontare storie, e le piace farlo con le immagini dei suoi cortometraggi e anche con le parole di questa sua terza raccolta di poesie. Il volume contiene 27 poesie  e un lungo racconto poetico intitolato “Tu e io”.

Uno più uno fa uno non è una raccolta poetica che vi lascerà con il sorriso sulle labbra e lo spirito leggero e felice: è un libro che parla di sofferenza, di “foglie che toccano il suolo”, della “stereofonia dei miei lamenti / Piange come bestie / E nutre la mia terra, / I miei ceppi isterici” e dove i pensieri d’amore sono fabbricati “Per l’uomo che ancora doveva arrivare / Era una lunga raccolta archiviata da tempo”. Insomma il futuro è incerto e il passato archiviato… e quello che mi sono chiesto io è: e il presente? Qual è il presente? Qual è l’atteggiamento nei confronti del qui e ora dell’Autrice di queste poesie? Una risposta sembra contenuta nel lungo componimento poetico che occupa la seconda parte del volume e che parla, come suggerisce il titolo (“Tu e io”), di una coppia: lei postina, lui bancario. La protagonista è la voce femminile che tramite le parole dà l’impressione di cercare di rimanere a galla sopra una realtà e una visione che definirei depressiva della sua vita attuale. La storia d’amore è ancora da capire, la relazione con il “tu” del titolo è ancora in nuce e affonda nei mille dubbi della non conoscenza reciproca. La coppia abita assieme ma non si conosce ancora e la voce femminile ha difficoltà a uscire dal proprio guscio e a comprendere e manifestare le proprie emozioni, il proprio amore. L’emozione che prevale, nella mia lettura, è quella dell’ansia, un ansia paralizzante e devastante che sovrasta lo sviluppo della relazione come una nuvola nera temporalesca. Per tutta la lettura, appassionante, del componimento, mi aspettavo che il temporale arrivasse, che qualcosa accadesse, che l’ansia evolvesse in qualcosa di diverso. “Tu e io”, invece si concentra sullo stallo, sul periodo buio e lo fa con perizia: leggendo ho sentito vicinanza con la sofferenza e l’incomprensione che traspare dalle parole della poetessa originaria di Ravenna. Alla fine, il messaggio di speranza, il tentativo di sbloccare una relazione inceppata, non riesce a sollevare del tutto il lettore… la nuvola nera è ancora lì e continua a girare sopra alle teste. L’impressione è che il testo sia stato scritto come una sorta di analisi personale per comprendere dubbi e paure della protagonista: la comprensione tra due persone è possibile? La personalità e le esigenze saranno ascoltate e comprese? Sarò emotivamente al sicuro se aprirò  il mio cuore a questo sconosciuto? Una catarsi è possibile?

Insomma, un libro di ricerca personale, e che mi auguro parli di un tempo passato. Il mio auspicio è che raccogliere questi quadri di momenti intensi e drammatici serva a Valentina Casadei a comprendersi meglio e ad affrontare la vita, amorosa e non, con più frecce al suo arco emotivo. Una lettura terapeuticamente interessante, una voce artistica che vale la pena tenere d’occhio perché siamo sicuri avrà ancora molte cose interessanti da raccontare. (Andreas Barella)

Valentina Casadei, Uno più uno fa uno, Roma, Ensemble, 2020. Il volume è acquistabile qui

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè

Telegono, il figlio della Maga Circe

Telegono, il figlio della Maga Circe

La presentazione del volume Frammenti di Telegonia è collegato alla nostra recensione della collana “Grandi Miti Greci”, Volume 14: Circe – La seduzione e la magia.

Care amiche, cari amici, a conclusione dei post su Circe, siamo molto felici di presentarvi il primo volume nella collana ANONIMO DI CHIO della Casa Editrice Ericlea, che parla proprio del figlio che la Maga Circe ha avuto assieme a Odisseo, che tanto spazio ha nella profezia sul futuro del re di Itaca, profezia pronunciata da Tiresia nell’Ade (vedi qui, se non ricordi l’episodio).

Lasciamo la parola al curatore della collana, il Dr. phil. I Andreas Barella, che ci presenta la genesi di questo progetto. Ringraziamo la Casa Editrice per il permesso di pubblicare l’estratto.

DALLA PREFAZIONE AL VOLUME: “Nella primavera di un paio di anni fa partii in vacanza con un amico. Si trattava di un viaggio di svago per ridonare linfa a un’amicizia da troppo tempo negletta. Ma era anche un viaggio di studio, di ricerca di immagini e atmosfere mitologiche. La meta era il Mar Egeo e le sue isole, soprattutto quelle orientali al confine con la Turchia. La scoperta dei quaderni all’origine di questo libretto è avvenuta grazie a un incontro fortuito sull’isola di Chio, la supposta terra natale di Omero. Una anziana signora ci ospitò nella sua casa dopo che eravamo stati colti dalla notte nell’entroterra durante una gita fra i monasteri che punteggiavano le colline. In gioventù la donna era emigrata in Inghilterra e parlava un po’ di inglese. Morto il marito era tornata sulla sua isola, nell’antica casa di famiglia dove ci ospitava con squisita gentilezza e generosità.

Ci mostrammo appassionati di mitologia. Colpita dal nostro amore per Omero ci narrò di un curioso personaggio di cui le parlava la nonna. Un viaggiatore, forse inglese forse prussiano, che sua nonna chiamava in turco Deli Amca, “il vecchio pazzo” e che proprio in quella casa aveva vissuto e dove, dopo lunghi incontri con anziani narratori dell’isola e della terraferma vicina, aveva riempito una serie impressionante di quaderni. Incuriositi le chiedemmo di cosa parlassero. Lei ci rispose che si trattava di storie che il vecchio raccontava la sera a sua nonna e a sua madre bambina, accompagnandole con la lira. Chiedemmo che fine avessero fatto quaderni e strumento e lei allargò le braccia, rispose che non sapeva se esistessero ancora. Da bambina ricordava di averli visti accantonati su vecchi scaffali in una piccola stanza abbandonata.

La mattina dopo andammo a cercarli. La camera del vecchio c’era ancora: nessuna traccia della lira ma il locale era pieno di quaderni di pessima qualità, ingialliti. Alcuni in buono stato, altri rovinati dall’umidità del contatto con i muri, altri si intravvedevano sotto un sottile strato di intonaco, utilizzati chissà quando e da chissà chi per isolare la parete meno esposta al sole, altri ancora erano stipati in due valige di pelle che dovemmo forzare in quanto le cerniere erano talmente arrugginite da impedire l’apertura. Anche se parziale, si trattava pur sempre di una scoperta straordinaria: 108 quaderni di 96 pagine ciascuno (82 in buone condizioni, 16 ricuperabili, 10 in stato pessimo) e il ricordo della nostra squisita ospite di almeno altrettanti fascicoli finiti chissà dove e che stiamo tentando di rintracciare.

Nei tomi scritti in esametri in greco antico, con ampi inserti in greco moderno e in turco, con note marginali in inglese, in tedesco e in francese, vergati con una calligrafia minuta e precisa, centinaia di episodi mitologici collegati uno all’altro da migliaia di rimandi numerici specifici (inseriti a margine nella forma: n° volume, n° pagina) ad altri episodi in una rete infinita di possibilità di narrazione.

Chi era questo Pseudo-Omero, Deli Amca, il vecchio pazzo o, come lo abbiamo chiamato in copertina, questo Anonimo di Chio? Per ora possiamo solo fare supposizioni. La nostra idea è che si trattasse di un erudito appassionato di mitologia che, forse a seguito della scoperta delle rovine di Troia e di Micene da parte di Heinrich Schliemann negli anni 70 del 1800, si fosse trasferito in Grecia e abbia appreso (da chi? dove?) a narrare oralmente le storie in seguito raccolte nei quaderni. Il vecchio si era forse ritirato a Chio per mettere in forma scritta i racconti uditi nel suo peregrinare. Filologi e mitologi stanno, con meraviglia, approfondendo lo studio dei fascicoli. Una versione critica vedrà verosimilmente la luce nei prossimi anni. I manoscritti sono a disposizione, presso la casa editrice, degli esperti interessati.

Non volevamo però attendere così a lungo per presentare queste storie. Quella che pubblichiamo nelle prossime pagine, senza nessuna velleità filologica, è una libera traduzione e arrangiamento di alcuni frammenti di una vicenda appassionante e che ha come protagonista Telegono, il “nato lontano da casa”, il figlio di Odisseo e della maga Circe. Le sue vicende sono pescate un po’ qua e un po’ là nei quaderni, distillate e senza rinvii ad altre storie. Nei manoscritti vi sono circa 200 rimandi che collegano la storia di Telegono a vicende note e meno note del corpus mitologico classico. A volte abbiamo dovuto scegliere una versione a scapito di una o due altre, in alcune occasioni le indichiamo alla fine del capitolo corrispondente; non sempre però, in modo da non appesantire la lettura. Si tratta, appunto, di frammenti. Come di frammenti si parla quando si cita la Telegonia di Eugammone di Cirene, composta nel sesto secolo avanti Cristo: che il nostro cantore abbia utilizzato la narrazione perduta di questa opera? Anche questo è un mistero che attende risposta.

Un’ultima considerazione: abbiamo deciso per una traduzione in prosa per rendere maggiormente accessibile il testo, cercando di mantenere il ritmo e lo stile poetico dei quaderni. Ci siamo imbattuti in diverse contraddizioni che lasciamo ai lettori individuare, come in una specie di caccia al tesoro: si tratta principalmente di differenze negli appellativi degli dèi e dei protagonisti, dovuti a fonti diverse che poi durante la narrazione orale venivano presumibilmente adeguati dal narratore, ma che nei quaderni presentano incongruenze anche notevoli. Un esempio è l’appellativo di Telegono, che viene chiamato “giovane” in episodi verso la fine delle sue avventure. Abbiamo però deciso di mantenere queste contraddizioni in quanto proprie del racconto orale. In futuro (maggiori dettagli nelle note tra i capitoli e alla fine del volume) presenteremo anche altri racconti e cicli narrativi contenuti in questo meraviglioso regalo che il Destino, o la Musa, ci ha voluto destinare.” (COPYRIGHT ©2019 CASA EDITRICE ERICLEA e ANDREAS BARELLA. Questo testo può essere utilizzato solo citando la fonte e l’autore.)

Il volume è acquistabile qui.
La recensione del volume di Ludovico Baù.
Il sito della Casa Editrice Ericlea.
Il piano dell’opera “Grandi Miti Greci” e recensioni agli altri volumi.

Cosa facciamo noi de La Voce delle Muse
Ti piacciono i nostri post? Vuoi sostenerci con un piccolo contributo? Offrici un caffè